Platania in pellegrinaggio al santuario San Gerardo

La comunità del centro del Catanzarese si appresta a vivere un momento di intensa vita spirituale mediante il pellegrinaggio programmato al Santuario “San Gerardo Maiella” che si trova a  Caposele in provincia di Avellino. In verità, questo genere di esperienza non è nuova alla comunità platanese in quanto più volte è stata ripetuta in passato ed entrata di diritto nella tradizione. Si tratta di un appuntamento, che si realizza nella sosta della quarta domenica di quaresima, liturgicamente detta “Laetare”, in  preparazione alla Pasqua, la più grande e importante festa della cristianità.

“L’appuntamento avellinese – chiarisce il parroco don Pino Latelli – costituisce una sorta di “stazione quaresimale” del tipo di quelle che la liturgia ha sempre previsto”. Il pellegrinaggio inizierà da Platania, domenica 18 marzo, con la partenza dei pullman, pieni di pellegrini, costituiti per la maggior parte da mamme e bambini  di cui San Gerardo, nato il 6 aprile a Muro Lucano (PZ) e chiamato  “il fratello inutile”, è protettore, e da  fedeli provenienti da altre parrocchie. La vita del Santo è segnata da un’infanzia difficile angustiata da miseria e povertà. Quando in casa mancava il necessario, il piccolo Gerardo si rifugiava nella cappella della Vergine a Capodigiano dove il bambinello Gesù, staccandosi dalle ginocchia della Madre, donava al piccolo amico un panino. La donazione del pane bianco si ripeté più volte, ma solo più tardi, Gerardo divenuto Missionario Redentorista, dirà a sua sorella Brigida: “ora so che quel fanciullo che mi regalava quel pane era lo stesso Gesù”. Spentosi a Materdomini il 16 ottobre del 1755 alla giovane età di 29 anni, la sua breve esistenza sarà nota come la “Vita meravigliosa di San Gerardo Maiella”. Pur nella sua grandezza, San Gerardo deve essere considerato nella sua disarmante semplicità e soprattutto perché rappresenta “una copia del Cristo sofferente, un fanatico della volontà di Dio, un carismatico cacciatore di anime, un mistico spesso in estasi, un semina­tore di miracoli”, commenta don Pino Latelli. E indubbiamente l’incontro con San Gerardo ha una valida finalità che, secondo la responsabile della pastorale del turismo religioso Maddalena Cimino, si ispira al programma indicato da Giovanni Paolo II. “Non si tratta di inventare un “nuovo programma”. Il programma c’è già: è quello di sempre, raccolto dal Vangelo e dalla viva Tradizione. Esso si incentra, in ultima analisi, in Cristo stesso, da conoscere, amare, imitare, per vivere in lui la vita trinitaria, e trasformare con lui la storia fino al suo compimento nella Gerusalemme celeste. È un programma che non cambia col variare dei tempi e delle culture, anche se del tempo e della cultura tiene conto per un dialogo vero e una comunicazione efficace”. Pertanto riferirsi a San Gerardo significa voler fissare lo sguardo, in maniera sempre più intensa, su Cristo, riconoscere in lui il solo nostro maestro (Matteo 23,10) e ripetergli con Pietro: “Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Giovanni 6,68)”.