Edilizia in crisi, Capitale invasa da 30 mila manifestanti

Un tavolo di crisi e l’adozione di misure idonee al rilancio del comparto, che dall’inizio della crisi ha perso 300 mila posti di lavoro. I sindacati, forti anche della presenza alla manifestazione dei tre segretari confederali Bonanni, Camusso e Angeletti, hanno presentato la piattaforma rivendicativa con le loro proposte per ridare fiato al settore delle costruzioni, nel segno della regolarità e della sicurezza del lavoro, della legalità, della qualità dell’impresa e per uno sviluppo sostenibile. Il corteo, colorato, ricco di bandiere e striscioni, ha visto sfilare anche mezzi di lavoro come camion e betoniere, ed è partito da piazza Bocca della Verità per raggiungere l’Arco di Costantino, al Colosseo. Molto efficaci i 100 cartelloni esposti dagli stessi lavoratori, ognuno dei quali conteneva articoli di giornali locali che raccontano quotidianamente la profonda crisi del settore, un vero stillicidio che colpisce tutti indistintamente, nord e sud, piccole e grandi aziende. Nel corteo anche i lavoratori della Metro C di Roma, cantiere nel quale giovedì scorso è avvenuto l’ennesimo incidente mortale.

Dopo gli interventi di tre delegati è stata la volta dei segretari generali di categoria, Correale (Feneal-Uil), Schiavella (Fillea-Cgil) e Pesenti (Filca-Cisl). Quest’ultimo ha ribadito l’importanza di rivedere le normative su pensioni di anzianità e in materia di lavori pesanti e usuranti. “Non è possibile – ha detto dal palco – non fare distinzioni per l’età pensionabile tra i lavori come quelli in edilizia o nel settore delle cave e quelli del lavoro intellettuale, sia per la pesantezza del lavoro che per le aspettative di vita”. Pesenti ha anche auspicato la revisione del Patto di stabilità per permettere agli enti locali virtuosi di investire in infrastrutture. Ne gioverebbero sia la collettività, per le opere realizzate, che il settore edile e l’intera economia, per tutto l’indotto che le costruzioni riescono a mettere in movimento.

Tra gli altri punti ricordati dal segretario generale della Filca-Cisl anche l’attuazione della Patente a punti, indispensabile per una selezione delle imprese, a tutto vantaggio di quelle sane e quindi della regolarità del settore, il superamento del sistema del massimo ribasso negli appalti, che penalizza i lavoratori e la sicurezza dei cantieri, ed il rafforzamento degli incentivi destinati alla riqualificazione del patrimonio abitativo in una logica di sostenibilità ambientale e di risparmio energetico, con l’avvio di una politica di rottamazione programmata e generalizzata degli edifici. Insomma, la parola d’ordine non è cementificazione ma riqualificazione. “La politica e le Istituzioni non sottovalutino il profondo disagio sociale che rappresentiamo: nessuno si illuda che siano i lavoratori a pagare il conto dei privilegiati – le parole del Segretario Generale Feneal Uil Antonio Correale – Basta, basta con questa politica ingiusta, vessatoria, miope su politica fiscale e spesa pubblica che colpisce sempre gli stessi, che impedisce di rinsanguare i redditi da lavoro e di creare le condizioni per nuovi investimenti. Questo non vuol dire risanare il Paese ma strangolare il lavoro, l’economia reale, le prospettive di crescita. Il nostro settore è stato scosso duramente dalla crisi, in tutti i suoi comparti, i dati sono sconfortanti. In cinque anni il settore ha perso il 24,1% in termini di investimenti e produttività, riportandosi ai livelli di produzione di metà degli anni ’90. Più di 300mila posti di lavoro persi in oltre tre anni di crisi, circa 108 milioni di ore autorizzate per la cig nel 2011, ma per le sue caratteristiche e per la sua centralità – ha sottolineato Correale – può ora diventare un banco di prova decisivo per determinare un cambiamento di rotta in grado di garantire la ripresa dello sviluppo equo e sostenibile dell’intero Paese. Noi siamo decisi a non mollare: Governo e Parlamento non potranno ignorare le nostre proposte che sono unitarie nel senso più vero del termine: uniscono i sindacati, ma uniscono anche i sindacati ai lavoratori. Si deve tornare a lavorare, – ha dichiarato in conclusione il leader Feneal – a costruire la crescita economica, a riportare serenità nelle famiglie, a ridare una speranza ai giovani”.

I comizi conclusivi sono stati affidati ai tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. Bonanni nel suo intervento ha definito le costruzioni “il carboidrato che arriva ai centri nervosi dell’economia e li stimola. La manifestazione è la risposta all’indifferenza delle istituzioni, qui ci sono le formiche che chiedono alle cicale di smettere di cantare”. Il leader della Cisl ha chiesto con forza di rimuovere la “vergogna degli appalti al massimo ribasso, che favoriscono le imprese colluse con la mafia o mafiose. A Monti che vuol essere europeo – ha detto – chiedo di fare una norma europea per abolire questo sistema. Bisogna investire nelle costruzioni – ha detto Bonanni – il Governo faccia concertazione e ascolti la voce di questo popolo pacifico e laborioso”. Bonanni ha ricordato la “vergogna delle partite Iva in edilizia”, vale a dire il fenomeno dei falsi lavoratori autonomi. Infine il leader Cisl si è rivolto al governo e alle regioni, che “devono aprire una discussione forte per levare le pastoie ai tanti appalti bloccati, di cui abbiamo bisogno per avere lavoro e dare forza all’economia”. Mentre il segretario Uil Luigi Angeletti, nel suo intervento, ha ribadito che “al Paese serve una politica per la crescita” e ha aggiunto che “certo, l’immagine è importante per chi presta i soldi. Ma il debito non è diminuito e la ripresa non c’è. Questo è il vero problema”. Angeletti ha poi sollecitato il Governo a mettere in campo “una politica per la crescita, a partire dal lavoro. Il Governo deve fare una cosa molto semplice: fare ciò che dice. Il 2012 deve essere l’anno della svolta. Qui si vede cosa sta accadendo alla nostra economia, molto più degli spread o delle quotazioni azionarie”. Infine, Susanna Camusso dal corteo degli edili ha dichiarato: “Il settore delle costruzioni è sempre stato il classico settore anticiclico. Per questo, se non riparte questo settore non è vero che riparte la crescita. Per questo siamo in piazza oggi a chiedere che si riparta con gli investimenti e che ci sia attenzione a questo sistema”. Il segretario generale della Cigl ha poi aggiunto: “Questo è un sistema che può anche determinare una diversa qualità dello sviluppo perché come si costruisce ha molto a che fare con questioni come il risparmio energetico e la scelta dei materiali. Quindi elementi di innovazione possono partire da questo settore”. Il segretario della Cigl ha ricordato che il Governo “continua in una politica fatta di rigore monetario e politiche di bilancio e non di politiche per la crescita. Chi pensa che da situazione crisi come questa si possa uscire senza uno sforzo pubblico che orienti e determini gli investimenti dice una cosa che non è vera. Ma non vediamo né nelle liberalizzazioni né nel mercato del lavoro la partenza della fase due. Sono cose necessarie ma non quello che mette in moto paese”.