Morto sul Gran Sasso l’alpinista Massimiliano Giusti

Trovato senza vita l’aquilano di 37 anni disperso dalle ore 14:00 di domenica scorsa sul Gran Sasso. La scoperta del corpo da parte dei soccoritori è avvenuta nei pressi della “Valle dell’Inferno”. Le ricerche erano riprese mercoledì mattina anche con unità cinofile provenienti dal nord Italia, assieme a tre elicotteri. Tra questi ce n’era uno della Guardia di Finanza sul quale era stata sistemata un’antenna ad hoc per la ricerca di persone in valanga. Secondo quanto si è appreso, Massimiliano Giusti è morto dopo un volo di circa 300 metri in un punto giudicato critico dagli esperti, nella Valle dell’Inferno, a quota 2.300 metri. Sarebbe caduto in un crepaccio dalla località “Sassone” (2.600 metri) a causa della violenta e improvvisa bufera di neve (in mattinata il cielo sul massiccio era completamente sereno) che nel primo pomeriggio aveva ridotto quasi a zero la visibilità. La scoperta del corpo dell’alpinista è avvenuta a “vista”, senza impiego dei sofisticati strumenti messi in campo dai soccorritori. Da Campo Imperatore si è alzato in volo un elicottero del Corpo forestale con a bordo un maresciallo del Soccorso alpino della Guardia di finanza per il recupero della salma. Nel pomeriggio di lunedì lo zaino, gli sci e una piccozza dell’alpinista erano stati ritrovati in una zona coperta da due metri di neve. Giusti, alpinista esperto e buon conoscitore della montagna, era stato sorpreso da una bufera ad alta quota mentre saliva, perdendo i contatti con il suo compagno di cordata, Paolo Scimia, che era stato rintracciato sin dalla notte di domenica dalla prima missione di soccorso. Scimia, 34 anni, anche lui aquilano, si era salvato riuscendo a raggiungere, camminando carponi, il rifugio Duca degli Abruzzi dopo che aveva trovato l’ingresso del rifugio Garibaldi ostruito da una massa enorme di neve.

Lunedì i soccorritori della Finanza, della Forestale e del Cnsas, utilizzando il sistema Gps, erano arrivati nel punto in cui era stato localizzato il cellulare di Giusti. Sul posto, non lontano da Campo Pericoli, a quota 2.400 metri, avevano trovato solo lo zaino, gli sci e una piccozza appartenenti all’alpinista. A quel punto si è temuto che potesse essere caduto in un canalone mentre tentava di ridiscendere a valle. Le ricerche erano state ostacolate a lungo dalle condizioni meteorologiche proibitive. Il vento forte, infatti, impediva il sorvolo della zona con gli elicotteri.