Visita di Caselli, anarchici mettono a ferro e fuoco Genova

Insulti e petardi nei vicoli del centro storico di Genova per l’arrivo di Giancarlo Caselli. Il Procuratore capo di Torino, che lunedì è stato costretto ad annullare la presentazione a Milano del suo ultimo libro “Assalto alla giustizia”, per il timore di disordini, è stato contestato nel capoluogo ligure da un centinaio di anarchici e no Tav.

“Se uno si limita a protestare, fa quello che la democrazia gli consente, ma dare del boia a un magistrato o a un poliziotto non è simpatico e non mi pare un granché democratico”, è stato il commento del magistrato, accusato di voler criminalizzare il movimento No Tav con i recenti arresti per gli scontri della scorsa estate in Val di Susa. La manifestazione ha costretto le forze dell’ordine a blindare per mezzo pomeriggio la zona di Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova, dove il sindaco Marta Vincenzi ha invitato Caselli a presentare il volume pubblicato dalla casa editrice Melampo. “La vostra presenza mi è particolarmente gradita – ha esordito Caselli rivolgendosi al pubblico presente nel Salone di Rappresentanza – perchè immagino abbiate dovuto superare alcune difficoltà ambientali”. Mentre il Procuratore Capo di Torino parlava del nuovo clima politico che si sta instaurando nel Paese, auspicando che “si consolidi e faciliti il rovesciamento degli equilibri del passato”, fuori i manifestanti imbrattavano i vicoli di Genova, la facciata della prefettura e persino le statue della cattedrale di San Lorenzo con insulti e slogan contro il magistrato.

Le maggior tensioni davanti a Palazzo Spinola, sede della Prefettura di Genova. I manifestanti hanno cercato di colpire con il lancio di alcune bottiglie le finestre degli uffici governativi, ma hanno danneggiato i vetri dei locali che ospitano il Circuito cinema giovani. Il corteo si è sciolto soltanto in serata, quando anarchici e No Tav hanno fatto ritorno nel centro sociale Aut Aut. In merito alla richiesta dei No Tav di scarcerare Gabriele Filippi, il giovane genovese in carcere per gli scontri con la polizia avvenuti la scorsa estate in Val di Susa, Caselli ha concluso affermando che “il Pm è il primo anello di una sequenza che poi prevede il Gip. Ora ci sono tre ordinanze del tribunale della Libertà. In uno stato di diritto si tenga conto anche di questo”, si è limitato a dire il magistrato, che lunedì aveva definito i No Tav come i camorristi che circondano le forze dell’ordine per impedire gli arresti. “Mi spiace non gli sia piaciuto il paragone – ha concluso Caselli – quando ci sarà la possibilità di un confronto sereno parleremo anche di questo”.