Assegno di cura, test positivo dello strumento di valutazione

Nel 2007, quando è entrata in vigore la legge sulla non autosufficienza, sono stati previsti  4 livelli di fabbisogno assistenziale. Il livello è la risultante del fabbisogno di assistenza e cura rilevati. Da allora i team di valutazione, altamente qualificati a tale scopo, hanno effettuato ben 37.500 valutazioni su tutto il territorio provinciale. Queste valutazioni sono state effettuate mediante dei colloqui ed utilizzando lo strumento di valutazione Vita  che rileva il fabbisogno assistenziale in ore e minuti. La sigla Vita sta per “Valutazione integrata dei tempi assistenziali”.

Ogni visita domiciliare che i team di valutazione effettuano per stabilire il fabbisogno di cura ed assistenza dura circa un’ora e mezza. Nel 2011 sono state effettuate 6.556 valutazioni, di queste 3.082 erano prime domande, 2.602 erano domande di reinquadramento e 872 visite di verifica.

A seconda del fabbisogno assistenziale riconosciuto, ogni mese viene pagato un importo che varia da 535,00 a 1.800,00 Euro. Proprio nell’ambito psico-sociale non sempre è facile rilevare il fabbisogno assistenziale reale.

Il Servizio per la valutazione della non autosufficienza della ripartizione provinciale Famiglia e politiche sociali assieme alla Umit “Università per le scienze della salute” del Tirolo del Nord, hanno testato nella pratica l’affidabilità dello strumento di valutazione attualmente in uso.

A tale scopo, nel 2011, 122 persone sono state oggetto di una doppia valutazione del fabbisogno assistenziale: entro 7 giorni dalla prima valutazione, un secondo team ha effettuato una seconda valutazione. È stato controllato se c’era un’effettiva  corrispondenza del fabbisogno assistenziale rilevato in tutti gli ambiti della vita quotidiana come ad esempio: l’alimentazione, igiene personale, funzioni escretorie, mobilità e vita psico-sociale.

Questo è il risultato: per quanto riguarda il fabbisogno assistenziale espresso in ore è stata raggiunta una corrispondenza pari a 0,826. Questo dato statistico indica una corrispondenza quasi perfetta. Per quanto riguarda la corrispondenza dei livelli, il valore è stato leggermente più basso, dato che a volte bastano poche ore di differenza per passare da un livello ad un altro.

Secondo le  docenti universitarie Daniela Deufert ed Elfriede Fritz, che  hanno seguito il progetto per conto dell’ Umit, questa  anomalia nei valori è dovuta anche alle differenti informazioni fornite dalle persone non autosufficienti e dalle persone che le assistono. “La prima valutazione era decisiva ai fini dell’erogazione dell’assegno di cura. Quindi pochi giorni dopo durante la seconda valutazione, il richiedente non necessariamente mostrava la stessa motivazione della volta precedente.

Le docenti hanno approvato dal punto di vista scientifico lo strumento di valutazione Vita. “Altri studi evidenziano che una corrispondenza del 100% non è realistica”  ha dichiarato la Professoressa Fritz. “Dai dati statistici presentati possiamo definire lo strumento di valutazione Vita un elemento affidabile in base ai parametri scientifici e ne consigliamo l’utilizzo per la valutazione del fabbisogno assistenziale”.