Anti corruzione slitta il disegno di legge

Ad annunciarlo il Ministro della Giustizia, Paola Severino, al termine dei lavori delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera dei Deputati. “Nessuno pensa debba esserci un rallentamento dei lavori – spiega il guardasigilli – Partire qualche settimana dopo, con il piede giusto e con un testo che possa soddisfare le esigenze di completamento della materia potrà invece far accadere il contrario”.

“Bisogna studiare bene la materia – sottolinea Severino – compresi i numerosissimi emendamenti presentati da tutti i partiti al testo base. Bisognerà trovare la formula giusta per introdurre i cambiamenti e l’apporto costruttivo del Governo. Escluso il ricorso alla decretazione”. Il ministro comunque conferma che il governo “vuole mantenere il contenitore e non buttare via il grande lavoro fatto”. Il disegno di legge anti corruzione era stato calendarizzato per il 27 febbraio, ma si parla di un rinvio ai primi giorni di marzo.

“L’immediata approvazione della legge anticorruzione è di importanza strategica per gli effetti non solo di legalità, ma anche economici”. Così il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi. “Italia dei Valori – aggiunge – chiede certezze su un tema così delicato e urgente e vuole sapere dal governo se ha intenzione di modificare il testo ed accogliere gli emendamenti che abbiamo proposto per inasprire e rendere più efficaci le sanzioni, oppure se vuole seguire le orme del passato esecutivo e della vecchia maggioranza, contrari ad accogliere qualsiasi emendamento alla parte penale. Vogliamo anche sapere se il governo intende chiedere la calendarizzazione del provvedimento in aula in una data certa (magari entro la fine di marzo), in modo che i lavori di commissione vadano avanti celermente”. “Abbiamo sollevato questi temi in commissione – proseguono – senza avere risposta dal ministro Severino”.

A 20 anni dall’inizio dell’indagine di Mani Pulite, che “segnalò una patologia” il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, ribatte ai sostenitori di un rischio Tangentopoli anche ai giorni nostri. “Chi lo dice, dice una fesseria”. E ancora. “Il tema della credibilità è ancora aperto, eravamo ad un ciclo politico che si chiudeva, si aprì uno scenario del tutto nuovo. A 20 anni non siamo usciti da questa fase di transizione, il tema di una politica credibile e pulita resta il tema, per questo è nato il Partito Democratico, abbiamo cominciato non siamo arrivati all’esito. La risposta al ’92 è un sistema politico efficiente e pulito, la risposta non è quella di altre scorciatoie”.