Arrestato il sindaco camorrista Fortunato Zagaria

In manette è finto anche il primo cittadino di Casapesenna omonimo ma non parente del boss della camorra Michele Zagaria, arrestato due mesi fa dopo quindici anni di latitanza in un covo proprio a Casapesenna. Fortunato Zagaria è accusato, in concorso con Michele Zagaria, di violenza privata nei confronti del precedente sindaco del Comune casertano, Giovanni Zara. Secondo l’accusa, a quest’ultimo, durante il suo mandato, era stato “consigliato” ripetutamente da Fortunato Zagaria, anche a nome del boss, di non assumere iniziative pubbliche contro la camorra, perchè erano sgradite al padrino. Fortunato Zagaria, eletto nel 2009 in un raggruppamento di centrodestra, è stato arrestato nella sua abitazione. Zagaria era già stato sindaco del paese natale del boss, ed è stato anche vice sindaco di Zara. Quel consiglio comunale fu sciolto per le dimissioni di 11 consiglieri, 10 giorni dopo che Zara, considerato un sindaco anti camorra, aveva firmato un protocollo per l’avvio di un progetto in un bene confiscato al capozona Vincenzo Zagaria.

Zagaria, definito da un pentito un “pupazzo” nelle mani del capo clan, intimò a Zara di non rendere interviste ai giornali per elogiare o manifestare solidarietà alle forze dell’ordine in occasione dell’arresto di latitanti. Fortunato Zagaria si presentava come emissario del capo clan omonimo e gli ribadiva l’assoluta contrarietà di Michele Zagaria ad interviste e dichiarazioni, prospettandogli il pericolo di gravi ritorsioni contro la persona o l’attività politica. A Zara, il sindaco arrestato oggi, rammentò la sorte di Antonio Cangiano, vittima di un attentato nel 1998, quando era assessore ai Lavori pubblici di Casapesenna, in seguito al quale Cangiano rimase gravemente menomato.

In un’altra circostanza, Fortunato Zagaria, sempre per conto del boss, cercò di costringere l’ex sindaco a non partecipare ad un convegno organizzato presso una struttura confiscata a Luigi Venosa, noto personaggio del clan dei Casalesi, prospettandogli una reazione negativa da parte dei Venosa; Zara partecipò comunque al convegno, ma fu obbligato a non intervenire e a tenersi in disparte. Altre intimidazioni Zara le subì dal consigliere comunale Luigi Amato, che lo spinse, per esempio, a non partecipare ad una manifestazione di solidarietà con le forze di polizia. Amato spiegò che il divieto era stato disposto dal latitante Michele Zagaria e gli specificò che “queste persone sono pericolose, devi stare attento”.

Dall’inchiesta Dia emergono numerosi retroscena sull’arresto del boss Zagaria in un covo, al quale si accedeva tramite una botola in una villetta privata a Casapesenna. Innanzitutto le perquisizioni in municipio e nelle abitazioni di alcuni consiglieri comunali sono finalizzate proprio ad accertare chi abbia agevolato la realizzazione abusiva del nascondiglio. Inoltre, il giorno dell’arresto del padrino, il sindaco Fortunato Zagaria lo definì “importante”. E dopo la cattura esclamò:  “Finalmente”.

“Spero sia una lezione per i giovani – aggiunse – e per chi, in questa terra, resta facilmente affascinato dalla camorra. Spero faccia capire che il conto si paga sempre”. “Certo sono dispiaciuto che alcuni concittadini lo abbiano coperto e, dunque, aiutato – disse ancora il sindaco – ma l’importante è che lo abbiano preso”. Due mandati, poi un’interruzione, poi di nuovo sindaco dal 2009, un passato nel PdL anche se ora il sindaco si definisce “apolitico”. “Qui si contano oltre 6800 residenti, tanti anziani e un elevato tasso di disoccupazione – concluse – qui non sono tutti camorristi”. Poi lanciò un invito “a non abbassare la guardia perchè la camorra non è affatto sconfitta”.