A Rosarno in manette i familiari di Maria Concetta Cacciola, testimone di mafia suicida

I familiari di Maria Concetta Cacciola sono stati arrestati dai carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro e da personale del Commissariato della polizia della stessa città in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Palmi su richiesta della Procura della Repubblica.

In manette sono finiti padre, madre e fratello della testimone di giustizia che nell’agosto scorso si è suicidata ingerendo acido muriatico, soltanto tre mesi dopo aver deciso di collaborare con gli inquirenti della Dda reggina. Secondo la procura, i parenti di Maria Concetta Cacciola avrebbero portato la donna a suicidarsi “attraverso reiterati atti di violenza fisica e psicologica”.

Maria Concetta Cacciola, 31 anni, figlia di Michele Cacciola, cognato di Gregorio Bellocco, considerato il boss dell’omonimo clan di ‘ndrangheta, dopo aver deciso di fare dichiarazioni agli inquirenti, era stata trasferita in una località protetta e solo da poco tempo aveva fatto ritorno a Rosarno. Il clan Bellocco è ritenuto uno dei più potenti della ‘ndrangheta. Gregorio Bellocco è stato arrestato nel 2005 in un bunker a Rosarno. Condannato all’ergastolo, era tra i 30 latitanti più pericolosi d’Italia.

I Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e il Ros, in contemporanea, hanno eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, nei confronti di 11 appartenenti alla ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “Pesce”, operante nel territorio di Rosarno (RC) e zone limitrofe, responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso.