Per il Governo il caos neve tutta colpa di Alemanno

Le responsabilità nell’abbandono della città al suo destino e alla neve che l’ha spenta per quarantotto ore, sono tutte dell’incapacità del primo cittadino capitolino, altro che della Protezione Civile!. La conferma e la bocciatura di Alemanno (che farebbe bene a dimettersi) viene direttamente da Palazzo Chigi. Gli uomini di Monti segnalano che il Governo ha deciso di difendere il Capo della Protezione Civile e la correttezza delle sue mosse. “Il comune di Roma – spiegano gli uomini del Premier – nulla ci ha chiesto e dunque non è stato previsto, né è previsto in agenda alcun intervento. Se Alemanno dovesse cambiare idea, il Governo interverrà. Fermo restando che un’eventuale dichiarazione di emergenza deve essere chiesta dalla Regione e dalla sua governatrice, Renata Polverini, che, al momento, non lo ha fatto. Per altro, la situazione sembra in miglioramento”.

Insomma, il Governo ha sin qui fatto a Roma solo quello che il sindaco, nella disperazione di venerdì notte, e a disastro ormai compiuto, ha chiesto direttamente al Prefetto ovvero far uscire uomini e mezzi dell’esercito dalle caserme. Parole inequivocabili quelle del Governo. “In quanto è accaduto a Roma – proseguono a Palazzo Chigi – non c’è nessuna responsabilità specifica di Franco Gabrielli. Il Capo della Protezione civile aveva avvertito diversi giorni fa, anche la Presidenza del Consiglio, dell’arrivo della neve. Per il Governo, non cambia la fiducia in Gabrielli. Forse c’è il tentativo del Comune di scaricare l’intera colpa su di lui. Ma per quanto ci riguarda non può cambiare la nostra considerazione nei suoi confronti”.

Gianni Alemanno porta dunque per intero la responsabilità civica e politica di quanto accaduto. E del resto, i dettagli che si aggiungono al quadro di cosa non ha funzionato tra venerdì e sabato scorsi, confermano come “il piano neve” del sindaco si sia malinconicamente e goffamente sfarinato proprio come una palla di neve. E per giunta prima ancora di cominciare. Si scopre che, per ragioni diverse, le due armi pianificate contro la “nevicata epocale”, ovvero spazzaneve e sale, erano di carta e sulla carta sono rimaste. È accaduto infatti che dei “250 mezzi spazzaneve” magnificati dal sindaco in questi giorni, non si è avuta che qualche sporadica traccia. A metterli a disposizione avrebbero dovuto essere le ditte private che curano la manutenzione stradale delle grandi assi viarie e della viabilità ordinaria. Come ammette Tommaso Profeta, responsabile per la sicurezza del Comune, gli unici “mezzi” che si ha certezza siano entrati in funzione sono stati quelli dell’Ama (l’Azienda addetta alla raccolta dei rifiuti) e del Servizio Giardini, impiegati per liberare le aree circostanti ospedali, farmacie, scuole, ingressi delle metropolitane. E anche qui, parliamo non di “spazzaneve”, ma delle “spazzolatrici” adibite alla normale pulizia stradale da foglie e cartacce.

Esemplare anche ciò che è stato dell’operazione “salatura” delle strade. L’altra gamba su cui avrebbe dovuto marciare l’autarchica resistenza di Alemanno contro la “furia epocale” degli elementi. Nel dicembre scorso, il Comune aveva acquistato 250 tonnellate di sale. All’inizio della scorsa settimana ne sono state distribuite una tonnellata e mezza per ciascuno dei diciannove municipi. Bene, quel sale è inutilmente finito tra la notte di mercoledì e la sera di giovedì. Inutilmente, perché giovedì, a Roma, pioveva. E perché, come tutti sanno, l’acqua scioglie il sale rendendolo inefficace contro il gelo. Sarebbe stato necessario “salare” nuovamente, ogni 6 ore, per tutta la giornata di venerdì. Ma, appunto, mezzi per farlo non ce n’erano. E soprattutto il sale era finito.

E al sindaco Gianni Alemanno non rimane che rendersi utile spalando…