Telecamere in un condominio di Cagliari, pensionato fa ricorso al Garante
A giugno 2005 veniva reso inammissibile un ricorso presentato da un cittadino che a febbraio 2005 presentava al garante per la protezione dei dati personali in persona di Stefano Rodotà, una doglianza riguardo l’installazione di apparecchi per la videosorveglianza in un condominio di Cagliari.
Vittima della vicenda M.i. un pensionato di 74 anni. Dopo aver presentato istanza, la riunione del garante formata dal presidente Francesco Pizzetti, vice presidente Giuseppe Chiaravalloti, componente Mauro Paissan, relatore Giuseppe Fortunato e il segretario generale Giovanni Buttarelli veniva rigettata l’istanza affermando che “lui non aveva regolarizzato né sottoscritto il ricorso pubblicandogli, poco tempo fà, l’esito del provvedimento su internet”.
I familiari hanno interessato la nostra redazione denunciando la poca trasparenza di questo ente perché “dalla documentazione prodotta si apprende che, M.i., oltre ad aver inviato diverse raccomandate al garante, compresa l’istanza, la ricevuta del pagamento di euro 25,82 effettuata a gennaio 2005 – mai rimborsata – e la sottoscrizione in circoscrizione attestano la regolarità del ricorso. Oltretutto, a luglio 2005 riscontrò una lettera dallo stesso ente garante a firma del dirigente Roberto Lattanzi che dava ragione ai motivi della vertenza del ricorrente in merito all’installazione e, quindi, all’interferenza illecita nella vita privata di alcune videocamere, dichiarando, nell’ambito di applicazione del codice in materia di protezione dei dati personali, necessario che l’angolo visuale delle riprese fosse limitato ai soli spazi di esclusiva pertinenza dell’installatore”. Il pensionato, aveva denunciato i responsabili alle autorità competenti, evidenziando reati, senza aver avuto mai nessun riscontro positivo.