Rivolta dei tabaccai contro l’aumento delle sigarette

Tra le novità l’innalzamento del prezzo delle sigarette, e misure in favore degli esuli italiani dalla Libia, sulle quali il Governo è stato battuto. Questi in serata ha chiesto in aula la fiducia, ma le polemiche non finiranno a causa di una revisione della norma sulle pensioni degli “esodati” che restringe la platea dei beneficiari. Le commissioni hanno ripreso il decreto dopo che martedì l’aula della Camera glielo aveva rimandato indietro per sciogliere alcuni nodi, in primis l’aumento dei contributi degli autonomi per coprire i benefici pensionistici per i lavoratori precoci e gli “esodati”. La nuova copertura del governo prevede l’incremento del prezzo delle sigaretta, che sarà deciso dai Monopoli in modo tale da rendere 15 milioni nel 2013. Accontentato il PdL, contrario all’aumento dei contributi degli autonomi, l’emendamento del Governo ha scontentato il Pd per le modifiche alle pensioni degli ‘esodati’, quei lavoratori, cioé, che hanno lasciato l’azienda in crisi dopo un accordo pensando di poter andare entro pochi mesi in pensione, ma che dopo la riforma si ritrovano senza di essa e senza lavoro.

La modifica di oggi prevede che beneficeranno delle vecchie regole previdenziali quanti sono usciti dall’azienda entro il 31 dicembre; invece la versione precedente faceva si che la platea comprendesse tutti coloro che avevano siglato un accordo prima del 6 dicembre, anche se si dimetteranno nelle prossime settimane. Il Pd ha subito protestato chiedendo al Senato di tornare al testo precedente. Analoga la richiesta di Lega e Idv.

E una retromarcia l’hanno fatta quei partiti (Lega, PdL, Pd e Terzo Polo) che la scorsa settimana avevano inserito nel decreto in condono delle salate multe per le affissioni abusive delle forze politiche. Hanno infatti detto sì a un emendamento del ministro Piero Giarda che cancella tale norma, che era stata scritta in modo tale da essere pure incostituzionale. Il condono valeva anche per il futuro, fino al 29 febbraio, anche se il decreto sarebbe stato convertito prima di tale data.

In questo stop and go, il governo è stato battuto su un emendamento PdL-Udc che proroga fino al 2014 i fondi di 50 milioni annui per gli esuli italiani cacciati dalla Libia nel 1970, decisi nel 2009. La copertura decisa allora e ora confermata consiste in una aliquota del 2 per mille sulle attività dell’Eni in Libia, e il colosso guidato da Scaroni è ricorso alla magistratura, il che rende incerta tale copertura. Altri temi sono stati lasciati in sospeso (Ippica, Ipab, comuni della Puglia alluvionati, ecc) e i relatori, Gianclaudio Bressa (Pd) e Gioacchino Alfano (PdL) hanno invitato il governo ad affrontarli in Senato. Anche perché in serata questo ha posto in aula la fiducia sul testo licenziato dalle commissioni. Il voto ci sarà domani, mentre l’approvazione del decreto da parte della Camera slitterà a martedì.