Genoano aggredito dalla polizia, i familiari di Moro esigono giustizia

Massimo Moro, secondo le sorelle Veronica e Nadia, che anno fatto visita al tifoso del Genoa ricoverato nel reparto di neuro-rianimazione del Policlinico di Milano, sta meglio. “Sembra che il peggio sia passato – ha dichiarato Veronica ai media locali -, Massimo è sveglio e molto reattivo ma non può parlare perché è ancora intubato”.

I medici hanno rilevato che “la gravità è dovuta ad un rigurgito del suo stesso vomito che è finito nei polmoni occludendo le vie respiratorie e provocando un’infiammazione. Hanno dovuto intubarlo ma pare reagisca positivamente e siamo fiduciosi – ha aggiunto la sorella -, apre gli occhi e muove le mani e questo significa che non avrebbe subito traumi neurologici”.

L’uomo, arrestato per resistenza a pubblico ufficiale prima della gara di Coppa Italia tra Intere e Genoa, è piantonato da alcuni agenti di polizia. Una delle sorelle, Veronica, vive a Pavia. L’altra è arrivata oggi da Genova. Oltre ai familiari e agli amici, un piccolo gruppo di tifosi del Genoa si è presentato in ospedale.

“Non cerchiamo un colpevole – ha concluso Veronica – e speriamo che mio fratello esca presto da questa situazione. Se dovesse essere successo qualcosa di anomalo, però, è giusto che vengano accertate le responsabilità e che i colpevoli paghino”. In altre parole, non perché si è in divisa si può pensare di aggredire e ridurre male un cittadino. Tutti siamo uguali di fronte alla legge, anche le forze dell’ordine e una punizione esemplare per chi ha ridotto in ospedale Moro, sarebbe il minimo.