Napoli dopo i gay apre sui biotestamenti

Luigi de Magistris è uomo che nel bene e nel male ama sfidare le convenzioni più radicate. Dopo avere recentemente ottenuto l’approvazione di una delibera che impegna la giunta a istituire il registro per i biotestamenti, il sindaco di Napoli è pronto a sottoporre la proposta al Consiglio per il varo finale. De Magistris va avanti nella sua battaglia per la laicità a Napoli che prosegue dopo le recenti aperture alla legalizzazione delle unioni di fatto.

L’atto di de Magistris, contraddice totalmente la circolare inviata recentemente dal ticket partitocratico-clericale Fazio, Sacconi e Maroni. Il documento impediva la redazione dei registri per i biotestamenti, ma già dallo scorso ottobre, De Magistris ha iscritto il suo Comune alla Lega degli Enti locali per il Registro dei testamenti biologici. Un atto importante che presto vedrà la sua definitiva consacrazione col voto del Consiglio comunale. Proprio su questo insiste il presidente dell’Associazione radicale Per la grande Napoli, Rodolfo Viviani.

“Commentiamo positivamente questa notizia, considerando che da molti anni era depositata in Consiglio una proposta di delibera che nonostante le pressioni di associazioni e movimenti, non era mai stata posta all’ordine del giorno per la discussione. Come radicali dell’associazione “Per la Grande Napoli”, da sempre in prima linea nelle campagne per i diritti civili, seguiremo con attenzione l’iter della Delibera, auspicando una rapida approvazione che possa rilanciare, a partire dalla città di Napoli, le lotte laiche, antiproibizioniste, libertarie”.

Questo il commento del massimo esponente radicale cittadino, parole che impegnano De Magistris a mettere in pratica quanto prima il suo proposito riformatore. Puntuali sono arrivate le critiche degli esponenti del mondo clericale e non di quello Cattolico, capace di comprendere il concetto di laicità dello Stato. Il membro dell’Opus Dei nonché estensore della legge “contro” il testamento biologico allo studio del Parlamento, Raffaele Calabrò, ha così commentato l’atto annunciato dal sindaco. “Se venisse realmente istituito, non avrebbe alcun valore né giuridico né pratico”. Specialmente “in assenza di una legge, tra l’altro in dirittura d’arrivo”. Questo uno dei concetti del clericale Calabrò, che ha inoltre spiegato come tali attenzioni verso i diritti civili del sindaco, con riferimento anche alle unioni di fatto e l’istituzione del consultorio per la tutela delle persone transessuali, rappresenti un tentativo di fuga dai problemi. Insomma fra minacce di leggi che puntualmente la Consulta decapiterà, si veda la legge 40, e accuse in stile “benaltrista” si sviluppa una polemica che de Magistris dimostra di poter gestire con competenza e freddezza.

“Sappiamo bene che la materia del fine vita rientra nelle competenze del legislatore nazionale – puntualizza il sindaco – ma l’istituzione di questo registro non interferisce con le competenze dello Stato”. “Siamo orgogliosi di questa delibera così come quella relativa al registro delle unioni civili”.