Pericolo dallo spazio in allerta il Nord Italia

Con ogni probabilità, la sonda marziana russa mai uscita dall’orbita terrestre dovrebbe piombare da qualche parte nell’oceano Atlantico. Nessuno, però, tra gli scienziati, pur nell’imminenza dell’ingresso nell’atmosfera di Phobos-Grunt, si sente in grado di prevedere con precisione il luogo dell’impatto.

L’agenzia spaziale Roskosmos aveva comunicato che il veicolo spaziale avrebbe iniziato la discesa definitiva verso la terra nella serata di ieri. L’impatto, in un primo momento ipotizzato nel Pacifico al largo delle coste del Cile, in base agli ultimi calcoli dovrebbe avvenire alle ore 20:22 di Mosca in prossimità delle isole Falklands-Malvinas, nell’Atlantico meridionale. La precedente stima metteva in conto la caduta di frammenti anche tra il Madagascar e la costa orientale africana.

Sull’orario dell’impatto esistono al momento stime diverse, tutte però orientate nella serata di oggi. L’agenzia spaziale russa Roscosmos, ad esempio, indica le ore 19:30 (ora italiana) con un’approssimazione di più o meno tre ore, mentre uno degli enti indipendenti più accreditati, l’Aerospace Corporation, indica una fascia oraria molto più ampia. Le ore 23:26 con un’approssimazione di più o meno 9 ore.

Phobos Grunt pesa oltre 13 tonnellate e si disintegrerà a causa dell’attrito con l’atmosfera terrestre, ma alcuni pezzi, di un peso massimo ipotizzato di 200 chilogrammi, potrebbero arrivare intatti all’impatto con lasuperficie terrestre. Oltre al materiale radioattivo, anche il carico di carburante crea preoccupazione, a causa delle sostanze tossiche presenti.

Prima dell’impatto, tra l’altro, è previsto un passaggio sull’Italia intorno alle ore 19:20. “Il passaggio è stato calcolato sulla base della traiettoria ed è previsto prima dell’impatto nominale”, spiega l’astrofisico Gianluca Masi, del Planetario di Roma e responsabile del Virtual telescope. “A causa della posizione di Phobos Grunt rispetto al Sole, dalla quale dipende la sua illuminazione, la sonda non sarà però visibile durante il passaggio”, aggiunge Masi.

Anche la Protezione civile, in raccordo con l’Agenzia spaziale italiana (Asi), calcola l’ora del “rientro” in un arco temporale incluso fra le ore 16:55 (ora italiana) e le ore 21:20. Il Dipartimento inoltre non esclude la possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio. La probabilità stimata è attualmente inferiore allo 1,7%. In particolare, l’Italia correrebbe questo rischio tra le ore 19:14 e le ore 19:44 coinvolgendo potenzialmente le regioni Liguria, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana e marginalmente Lombardia e Marche. L’Asi tuttavia informa che “la probabilità a priori di provocare una vittima sull’intero pianeta è inferiore alla soglia di attenzione adottata a livello internazionale, pari a 1/10.000”.

Lanciata lo scorso 9 novembre verso l’omonima luna marziana per raccogliere campioni di terreno, la sonda è rimasta nell’orbita terrestre a causa di un malfunzionamento dei motori del razzo vettore. Mosca ha ipotizzato l’interferenza di un radar americano alla base dell’incidente e il capo del programma spaziale russo, Vladimir Popovkin, ha gridato al complotto, facendo intendere che dietro gli ultimi flop ci sarebbero le potenze occidentali. I recenti lanci, infatti, sono andati storti proprio nel momento in cui le navicelle spaziali si trovavano nelle aree invisibili ai radar russi.

In ogni caso, i tentativi di riprendere il contatto e di arrivare a un atterraggio “pilotato”‘ sono falliti e la missione della Phobo-Grunt, costata 165 milioni di dollari, è andata ad allungare la lunga serie dei fallimenti del settore spaziale russo.