Perché nessun taglio agli armamenti? Gli intoccabili delle armi che non pagano mai

“La spesa militare pro-capite in Italia ha raggiunto la cifra di 598 dollari: più di quella della Germania che si ferma a 550 dollari o del Giappone che arriva a 441 dollari. Ogni anno, in pratica, un cittadino italiano spende in armamenti più di un tedesco, di un giapponese, di un russo, di un cinese e di un indiano”.

La manovra del governo Monti, licenziata dal Parlamento – secondo la valutazione dei Verdi Ecologisti – del rigore e dell’equità sociale sembra aver conservato solo il primo degli obiettivi, perché il risultato è che a pagare saranno, ancora una volta, le stesse categorie sociali che hanno pagato finora, mentre alcune determinate ‘caste’ non vengono toccate.

I Verdi, poco prima delle festività di fine anno 2011,sono stati impegnati a distribuire volantini per sensibilizzare l’opinione pubblica su una in particolare, fra queste categorie di ‘privilegiati’ mai toccati dalla crisi e dai tagli, a differenza della maggior parte dei normali cittadini.

Nel corso della manifestazione, svoltasi nell’area di Porta Portese, che ha visto la partecipazione del presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli e di dirigenti e militanti dell’Organizzazione, provenienti dalle varie realtà regionali, è stato presentato il dossier ‘Gli Intoccabili – La super-casta degli armamenti che non conosce la crisi e i tagli’.Il Dossier dimostra, dati alla mano – riferiscono i Commissari regionali dei Verdi Ecologisti della Calabria, Aurelio Morrone e Mario Giordano – come tagliare le spese militari e per gli armamenti varrebbe ben metà dell’attuale manovra varata dal governo Monti (12 miliardi di euro).Anche in Calabria, così come programmato in altre regioni, promuoveremo delle iniziative di mobilitazione per sensibilizzare la pubblica opinione sulla questione‘Armamenti & Spesa Pubblica’,con manifestazioni di piazza ed altre iniziative divulgative. Nonostante le indubbie differenze, sulle spese militari il Premier Mario Monti sembra seguire la scia del predecessore: seppure la situazione attuale sia particolarmente critica e da affrontare con rapidità e rigore, bisognerebbe, infatti, introdurre delle misure di equità che richiedano sacrifici a tutti, e non solo ai soliti.

Numeri e Risorse da capogiro. L’Italia con un esercito di 180 mila soldati, più di 600 generali che sono pari ai Deputati della Camera per numero e ne condividono alcuni privilegi, come auto blu e assistenti. Leggendo il dossier si scopre, inoltre, che il nostro Paese vanta ben 69 generali di Corpo d’armata, più del doppio dei corpi d’armata attualmente operativi in Italia:50 tra Esercito, Aeronautica e Marina, 10 nell’Arma dei Carabinieri e 9 nella Guardia di Finanza.

Ancora: il nostro reparto militare è composto da 2.700 colonnelli e 13.000 ufficiali:una massa sterminata di dirigenti con stipendi ‘pesanti’ . Prima di inserire altre imposte, che valgono 17 miliardi lordi della manovra, si potrebbe eliminare il programma per l’acquisto di 131 caccia bombardieri F-35 (15 miliardi).

Si ricorda che la Merkel che nel 2010 ha decurtato di 10 miliardi di euro la spesa tedesca per armamenti.

 “Così com’è concepita,la manovra economica del governo non è equa – ha dichiarato il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli – presentando il Dossier.

Una manovra equa e giusta è possibile ma bisogna cominciare a tagliare subito quello di cui l’Italia non ha bisogno per investire su scuola, salute, diritti, green economy, difesa del suolo e tante altre cose che possono far progredire il nostro Paese. Per mettere in ordine i nostri conti pubblici cominciamo a toccare ‘gli intoccabili’, ossia la super casta degli armamenti che non subisce mai né crisi né tagli. E’ inaccettabile che la super casta degli armamenti continui i suoi profitti come se niente fosse e che mentre ai cittadini italiani vengono chiesti pesanti sacrifici non paghi un centesimo con la manovra del governo Monti.

Chiediamo che venga praticato subito un taglio di 12 miliardi di euro per la spesa per armamenti – ha proposto Bonelli – annunciando un’ulteriore azione dimostrativa sulla questione”.  Lanciamo un appello alla società civile, al mondo della cultura, ai sindacati, affinché ci sia una mobilitazione comune nei confronti di un vero e proprio scandalo – ha concluso Bonelli – nella consapevolezza che è ormai evidente che i pesantissimi sacrifici chiesti ai cittadini non riguarda la spesa militare che continua a correre senza alcun freno.

 Ci meraviglia il fatto che nessuna forza parlamentare abbia sollevato obiezioni sul fatto che il programma per l’acquisto di armamenti non abbia subito alcuna decurtazione nonostante l’Italia viva una crisi economica gravissima e ci siano tagli per sanità, pensioni e servizi.