La Calabria rischia di annegare in un mare di debiti

“Il 2012, quindi, o sarà veramente l’anno delle riforme oppure non potrà  esserci nessun cambiamento positivo per il futuro della Calabria e dei calabresi”. E’ quanto afferma, in una nota, il Consigliere regionale del Pd, on. Carlo Guccione.

“Il Bilancio regionale, infatti –spiega l’esponente democrat-  è di circa 9 miliardi di euro, di cui gran parte sono già vincolati. Solo 800 milioni circa sono ancora liberi da vincoli e finalizzazioni. A tutto ciò hanno senz’altro contribuito i tagli che il governo nazionale ha operato sulle regioni e sugli enti locali. Ci troviamo, quindi, in presenza di un bilancio regionale che ha risorse insufficienti per rispondere ai numerosissimi bisogni dei calabresi. In tale situazione diventa davvero difficile governare”.

“La situazione –prosegue Guccione- è ancor più grave se prendiamo in esame la condizione economica degli enti sub regionali che presentano notevoli problemi di sostenibilità finanziaria.

Quest’anno, come componenti della Commissione Vigilanza della Consiglio regionale, abbiamo avuto modo di visionare i bilanci di Arssa, Afor, Sorical Spa, Fincalabria Spa, dei Consorzi di Bonifica, dei Consorzi per lo Sviluppo Industriale, della Fondazione Field, del Consorzio del Bergamotto, del Consorzio del Cedro di Calabria, della Fondazione Mediterranea Terina, dell’Arpacal,  dell’Arcea, dell’Azienda Calabria e Lavoro, dell’Ardis Calabria e potrei ancora continuare per molto nell’elencazione. Dopo aver sentito le relazioni dei rappresentanti di questi enti, mi sento di affermare, senza timore di essere smentito, che la Regione Calabria attualmente è seduta su una montagna di debiti che appesantisce il ruolo e i compiti istituzionali per cui era nata”.

“Il 2012 –si legge ancora nella nota- deve essere l’anno della sfida, non più rinviabile, delle riforme strutturali che avvii definitivamente il necessario processo di snellimento e di razionalizzazione per liberare risorse e innescare finalmente un futuro vero di ripresa e di sviluppo.

Quella delle riforme, se non si vuole più continuare a campare alla giornata e vivere in uno stato di perenne emergenza senza disporre nemmeno delle risorse minime necessarie per incidere sui processi produttivi ed occupazionali, dovrà essere la sfida che dovrà trovare tutto il Consiglio regionale pronto e disponibile ad individuare un percorso che ci porti  a realizzare una Regione più snella e più leggera, meno preoccupata della gestione e più attenta alla programmazione e alla legiferazione. Oggi troppi annunci, a cui non sono seguono puntualmente fatti e riscontri, rischiano solo di far sprofondare la nostra regione in un  mare di debiti.

Dobbiamo avviare la riforma degli enti strumentali, rivedere la partecipazione della Regione in molti enti, le società in house che, in questi anni, hanno accumulato notevoli ritardi e disavanzi che, di fatto, immobilizzano l’istituto regionale.

Si tratta di realizzare un profondo processo riformatore che veda un largo coinvolgimento di tutte le forze sociali, imprenditoriali e culturali della nostra regione”.

“La crisi economica mondiale, i tagli del governo centrale -conclude Guccione- impongono, ad oltre 40 anni dall’istituzione delle Regioni, l’apertura di una stagione di profondi cambiamenti per poter realmente incidere nell’avvio di processi economici innovativi.

Se l’anno che verrà non sarà l’anno delle riforme realizzate e non solo sbandierate, si correrà il rischio reale di trovarci in una situazione di profonda delegittimazione ed inutilità dello stesso istituto regionale”.