Buon Natale 2011
Suonate, campane, a distesa è nato il Bambino Gesù: non è stata vana l’attesa, ma ancora la pace è tabù. La crisi che tutti attanaglia speriamo che debba finire, si scacci la vile canaglia che tanto ci ha fatto soffrire. Se l’euro ha ridotto le spese la colpa non è solo nostra, da fuori le gravi pretese dapprima non erano in mostra. Per monti, per valli, per piani la vita si svolge precaria, non c’è più sicuro domani e i sogni spariscon per aria. I giovani senza lavoro e i vecchi con grama pensione rivelano il poco decoro che versa la nostra Nazione. Divieti ed iniqui balzelli deprimon la povera gente, dovunque ci sono bordelli, strozzini e teppaglia fetente. Se non ci sentiamo fratelli in quest’ingiustizia sociale, lottandoci a fil di coltelli davvero è venuto Natale? Torniam pecorelle all’ovile di nostro Signore Gesù, così nella vita civile potremo godere di più. Un anno propizio e sereno ridoni fiducia e speranza, non venga domani mai meno la nostra genial tolleranza. E sia un Natale d’amore, per tutti fiorisca la pace: l’augurio che viene dal cuore non può figurarsi fallace.