Il decreto ammazza Italia è legge

Il Governo Monti ha ottenuto al Senato 24 voti di fiducia in meno rispetto al 17 novembre scorso. I senatori dell’Idv sono 12, quelli di Svp e Union Valdotaine 4. I senatori assenti sono stati 23 contro i 15 della votazione di novembre. Il coordinatore regionale del PdL lombardo Mario Mantovani non ha votato nè il 17 novembre nè oggi.

L’Aula del Senato ha approvato la manovra economica, dopo che sul dl il governo aveva posto la fiducia. I voti favorevoli sono stati 257, quelli contrari 41, nessun astenuto. Il decreto è stato approvato senza modifiche rispetto a quello varato dalla Camera.

A favore hanno votato Pdl, Pd, Terzo polo, Coesione nazionale e Mpa. Contrari Idv, Lega nord, Svp e Uv. Lo scorso 17 novembre il governo Monti alla sua prima fiducia, ottenne 281 si e 25 no. A favore votarono tutti i gruppi parlamentari tranne quello della Lega Nord, composto appunto da 25 senatori. Poco prima della fine delle operazioni di voto al Senato sulla manovra economica è risuonato per la chiama anche il nome del presidente del Consiglio Mario Monti. Il quale, come il senatore a vita, ha pronunciato il suo “sì” sotto i banchi della presidenza del Senato, alla manovra su cui il Governo aveva posto la fiducia. “Mi pare di capire che il decreto legge è definitivamente approvato. Ne sono lieto”, ha detto il Premier, subito dopo il via libera del Senato alla manovra. E in merito all’attività futura del Governo, Monti ha detto: “La fase due è già cominciata, era dentro la fase uno. Adesso verrà sviluppata a grande velocità”, ha annunciato: “Resta da fare un lavoro enorme per liberare l’economia italiana dai freni, opera che il governo realizzerà in parte, con l’aiuto del Parlamento”.

In tema di lavoro, Monti ha sottolineato che il confronto con parti sociali è in agenda.  “Per un tema che sarà chiave come quello del mercato del lavoro e gli ammortizzatori sociali, sarà necessario e possibile procedere con uno stile di rapporti con le parti sociali, diverso da quello avuto in questa prima fase. Rispetto a pensioni e fiscalità, infatti, questo è un tema che richiede per sua natura il dialogo con le parti sociali. Avremo una agenda strutturata di incontri”, ha detto il presidente del Consiglio.