Natale nero per imprese e lavoratori

E’ il grido d’allarme di Confindustria ed Ance che parte da Vibo Valentia, ultimo lembo di frontiere del Belpaese. L’allarme per una crisi nella crisi. “Così si potrebbe definire il momento che stanno vivendo i costruttori vibonesi, cui si prospettano momenti duri, gravi, difficili persino da raccontare”. E’ quanto scrivono gli industriali calabresi in una nota stampa. “Nell’approssimarsi, infatti,delle festività natalizie, quello che si presenta per il comparto edile è un Natale cupo – si legge – che non lascia presagire prospettive per un futuro migliore”.

Sono presagi di tempi bui emersi in un incontro del Consiglio Direttivo Ance, dove con forza, sono stati denunciati i problemi che affliggono il settore locale che, in conseguenza della crisi generale del Paese, risultano ancora più pesanti e complicati. “Un panorama dunque, politico ed economico, che definire instabile e preoccupante è sicuramente riduttivo – incalzano dall’Ance Vibo Valentia –  poiché ormai si è perso qualsiasi riferimento che possa dare una dritta, una logica, un metodo insomma da cercare di perseguire per agire correttamente e nel pieno rispetto delle norme vigenti. La consapevolezza che la nostra economia, le nostre imprese  stanno lentamente morendo, rappresenta purtroppo una durissima realtà”.

Gli imprenditori del settore edile pongono sul banco degli imputati la Pubblica Amministrazione che paga i lavori regolarmente eseguiti dalle imprese hanno raggiunto a distanza di 24 mesi, una infinità “mortale” per le imprese. “Occorre modificare le regole del Patto di stabilità per favorire il pagamento delle spese in conto capitale – chiedono i costruttori – ed intervenire sul sistema sanzionatorio per incoraggiare le istituzioni a migliorare l’efficienza dei processi nel pagamento delle somme dovute per lavori; ed ancora, occorre sostenere l’ammodernamento infrastrutturale del territorio individuando l’insieme delle opere strategiche prioritarie, ottimizzando la loro programmazione e migliorando la capacità di attrarre e di spendere i fondi pubblici”.

Il profilo recessivo della domanda di investimenti in costruzioni e l’assenza di prospettive di miglioramento, continuano quindi a generare forti contraccolpi sulla tenuta della struttura produttiva di questo comparto. “I costruttori sono stanchi ed esasperati da simili condizioni e pretendono che siano prese seriamente in considerazione decisioni politiche e di tutela del territorio – sostengono da Confindustria – tali da garantire uno sviluppo dignitoso e responsabile. Il Natale è ormai alle porte, la speranza è che possa essere l’ultimo di una serie di feste “tormentate” da una crisi di lavoro candidata seriamente ad entrare nella storia del nostro Paese”.