Arsenale da guerra trovato nella Capitale

Allarme rosso in Italia per il riaccendersi di fenomeni eversivi. Oggi a Roma è stato individuato un vero e proprio deposito di armi. Pistole di medio e grosso calibro (c’è anche una 40), kalashnikov vecchi ma perfettamente funzionanti, un mitra Mp5 usato dalle forze speciali e una mitraglietta leggera che può sparare raffiche micidiali di 15 colpi in pochi secondi. Non è frequente trovare arsenali come questi in giro per la Capitale. E lo è ancora di meno in un periodo in cui si spara in strada più che nel recente passato.

A trovarlo, in un garage di via della Bella Villa, all’Alessandrino, sono stati sabato pomeriggio i carabinieri della compagnia Casilina che hanno arrestato Claudio Nuccetelli, un pregiudicato di 48 anni e il figliastro incensurato, Manolo Pastrore, di 31. Il primo era stato arrestato nel 2006 per il tentato assalto alla gioielleria Bulgari in via Condotti con un carro attrezzi e l’anno successivo fu fermato ancora dalla polizia per una rapina in banca a Passo Corese, vicino Rieti. In quell’occasione, sempre nello stesso garage all’Alessandrino, gli investigatori trovarono 4 pistole, una moto rubata e tutto il necessario per travestirsi prima di assaltare banche.

Le armi erano nascoste su un’auto rubata parcheggiata nel box del palazzo. C’erano anche un fucile a pompa, taglierini, migliaia di proiettili conservati sotto riso per non essere danneggiati dall’umidità, fratini e divise della polizia e dei carabinieri, giubbotti anti proiettili delle guardie giurate (frutto forse di rapine in banca e ai furgoni blindati, come gran parte delle pistole del resto), una paletta della Protezione civile e radio ricetrasmittenti. E poi due scooter e una moto da enduro, anch’essi rubati, con caschi, passamontagna, guanti, parrucche e occhiali da sole.

Tutto il necessario per essere pronti ad assaltare istituti di credito e trasporti corazzati, tendere imboscate a pregiudicati rivali, ingannare detenuti ai domiciliari facendo credere loro di essere oggetto di un controllo di routine. “Non si può escludere che con quelle armi si stesse preparando un’esecuzione”, spiega senza mezzi termini il capo della Direzione distrettuale antimafia Giancarlo Capaldo che ha coordinato il lavoro dei carabinieri del Comando provinciale della Capitale. L’arsenale è saltato fuori durante un controllo nella periferia est della città in vista del Natale. Nel corso della perquisizione sono state trovate anche dosi di droga. Ma non era quella l’attività principale dei due arrestati. I militari dell’Arma non escludono che la Santa Barbara potesse essere noleggiata a banditi in cerca dei “ferri del mestiere”. D’altra parte c’era di tutto, sia per rapinare banche e negozi, sia per bloccare furgoni blindati e aggredire gli equipaggi, o per fare anche di peggio. Ed è su quest’ultimo particolare che ora si stanno concentrando le indagini.