De Magistris accoglie a Napoli 2500 transessuali

Dopo Bologna che ha aperto ai “diversi” nella Consulta Familiare, suscitando le legittime “ire” dei cattolici, un’altra provocazione bella e buona arriva dal capoluogo partenopeo dove è stato attivato un consultorio per transessuali, realizzato nell’ambito del più ampio progetto “Altri luoghi” che si propone di avviare iniziative per la tutela della salute e dei diritti delle persone transessuali.

Destinatari, transessuali e transgender che vivono in situazioni di marginalità o disagio, anziani, soggetti non autosufficienti o allontanati dalle proprie famiglie. “Appoggiamo questa iniziativa con molta convinzione – ha detto il sindaco – e Napoli, ancora una volta, con tutti i suoi limiti, dimostra di essere città dell’accoglienza, del la solidarietà e delle libertà civili e sociali”.

Il capoluogo, secondo i dati riferiti dal primo cittadino, conta sul proprio territorio circa 2.500 transessuali. Obiettivi del progetto, migliorare il benessere e la qualità della vita dei trans; facilitare l’accesso ai servizi; favorire i percorsi di inserimento lavorativo; rimuovere le discriminazioni e contrastare la violenza attraverso la cultura, la formazione e l’informazione.

Tra le attività che saranno messe in campo nel consultorio, servizi di informazione e prevenzione socio-sanitaria presso lo sportello ubicato nel Distretto 31 della Asl Napoli 1, orientamento, tutela legale, sostegno all’inserimento lavorativo. Il progetto, inoltre, prevede la realizzazione di “Marcella”, casa di accoglienza temporanea che ospiterà transessuali in stato di bisogno.

“Ancora oggi nel 2011 – ha spiegato Loredana Rossi, presidente associazione Trans Napoli – i transessuali vengono allontanati dalle proprie case e famiglie e, dunque, la realizzazione di questo progetto e della casa di accoglienza eviterà che i transessuali intraprendano la vita di strada. Ringrazio – ha aggiunto – l’amministrazione e il sindaco Luigi De Magistris che stanno tentando di far diventare quelli che fino a oggi sono stati considerati cittadini di serie B, al pari di cittadini di seria A”.