Sciolto per mafia il Comune di Nardodipace

Ancora presunte infiltrazioni malavitose ala base della sospensione in Calabria di amministrazioni elette in libere elezioni. Ad essere “mandato a casa” il consiglio comunale di Nardodipace in provincia di Vibo Valentia. Il Governo Monti ha anche deciso di prorogare lo scioglimento del Consiglio comunale di Nicotera. Il Consiglio dei ministri ha reso noto di aver messo fine all’esperienza amministrativa avviata con le elezioni del 27 e 28 maggio 2007. In primavera si sarebbe, quindi, tornato a votare, ma la decisione del Viminale anticipa la fine della consiliatura e rinvia, con ogni probabilità di almeno un anno, la data delle elezioni. Il sindaco Romano Loielo ha appreso nella serata di martedì delle determinazioni del Consiglio dei ministri.

La commissione d’accesso, che ha iniziato i suoi lavori lo scorso 15 aprile, ha lavorato attorno ad almeno due filoni: il ruolo dell’ex vice sindaco Romolo Tassone, il cui padre rimase coinvolto nell’inchiesta “Crimine”, e la presenza in giunta di un numero di assessori superiore rispetto a quello fissato dalla legge, ancorché previsto dallo Statuto. “Se il motivo dello scioglimento dovesse essere quest’ultimo – ha commentato il sindaco Loielo – il ricorso sarebbe già vinto, perché le procedure seguite erano regolari. Su Romolo Tassone sono pronto a mettere la mano sul fuoco. Per sciogliere un comune per infiltrazioni mafiose non bastano, comunque, i rapporti di parentela, occorrono atti che dimostrano l’inquinamento dell’attività amministrativa e, anche in questo caso, sono certo dell’operato dell’ex vice sindaco”. Del resto, la presenza in giunta di Tassone era già stata presa in esame dalla precedente commissione che aveva ottenuto l’accesso agli atti del Comune e l’istruttoria si era conclusa con un decreto del ministro Roberto Maroni che, il 14 aprile 2010, disponeva l’archiviazione del procedimento. “Una settimana dopo – ha ricordato Loielo – fu avviato un’altra procedura per persistenti violazioni legislative e attentato alla Costituzione con la quale la Prefettura ha tenuto ancora i suoi riflettori accesi sul nostro Comune. È quindi seguita un’ulteriore procedura di accesso che, tra l’altro, era stati già analizzati e dai quali non si evinceva alcun condizionamento”.

In attesa di un pronunciamento del Viminale restano ora Briatico (la cui proroga alla commissione d’accesso è scaduta il 13 ottobre), Mileto (dove l’ispezione si concluderà il primo marzo) e Mongiana (se non ci saranno proroghe, il mandato scadrà il 28 dicembre). In passato, sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose i comuni di Sant’Onofrio, Fabrizia, Nicotera, Soriano, Parghelia e l’Asp.