Italia in piazza contro la manovra di Monti

”Abbiamo voluto dare un segno particolare alla presenza dei metalmeccanici – spiega il segretario generale della Fiom torinese, Federico Bellono – sia anticipando a oggi lo sciopero di otto ore previsto per il 16, sia con la manifestazione che sta riuscendo molto bene. Questo per dire che siamo contro la manovra e contro il tentativo Fiat di cancellare il contratto nazionale. E’ importante sottolineare questo proprio qui a Torino dove è probabile che nelle prossime ore si consumi uno strappo democratico nei confronti dei lavoratori”.

Allo slogan ”equità, equità equità”, migliaia di lavoratori di Cgil, Cisl e Uil stanno sfilando a Firenze contro la manovra nell’ambito dello sciopero generale di tre ore organizzato oggi a livello unitario dai sindacati. Il corteo si è mosso da piazza Indipendenza per raggiungere la prefettura, dove è in corso un presidio e dove una delegazione sindacale si appresta ad incontrare il prefetto. In corteo anche esponenti di forze politiche e istituzioni con in testa il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi seguito da numerosi sindaci dell’area fiorentina in fascia tricolore ed esponenti della Provincia.

E’ partito dalla stazione di Genova Principe il corteo unitario dei sindacati indetto contro la manovra. Al corteo prendono parte circa mille persone, controllate da un ingente servizio d’ordine della Cgil e dalle forze dell’ordine. Al corteo dovrebbe congiungersi un piccolo contingente di studenti che si sta radunando in piazza Caricamento. La manifestazione terminerà davanti alla prefettura di Genova, dove dovrebbero tenersi i comizi. Una delegazione di sindacalisti verrà ricevuta dal prefetto del capoluogo ligure, Francesco Musolino.

Uno sciopero sotto la pioggia e con il palco rivolto al palazzo del Governo. Separato, ma cercando di non fomentare la polemica con Cisl e Uil. La Cgil, a Bologna come in altre città emiliane, è andata, infatti, in piazza da sola per lo sciopero contro la manovra. Come ha spiegato il segretario Danilo Gruppi, parlando sotto la pioggia, ”lo intendiamo in pieno sostegno alla proposta di modifica alla manovra che i tre sindacati hanno unitariamente avanzato”. Le otto ore di sciopero della Cgil – sotto lo slogan “L’alternativa c’è, paghi chi non ha mai pagato”, univa alla critica alla manovra anche la protesta contro il “modello Fiat”, questione che ha impedito la proclamazione di uno sciopero unitario. La Cisl non è andata in piazza, ma ha fatto assemblee nella sua sede provinciale e nei luoghi di lavoro. ”Avremmo voluto portare in piazza tutta questa gente – ha detto il segretario Alessandro Alberani – questo è un momento amaro per il sindacato bolognese”.

Seimila persone sotto le bandiere di Cgil, Cisl e Uil sono scese in piazza a Cagliari per protestare contro la manovra economica e finanziaria del governo Monti. I manifestanti che hanno aderito alle tre ore di sciopero indetto dai sindacati si sono ritrovate in piazza del Carmine, davanti al Palazzo del Governo. Da qui un corteo rumoroso con striscioni e fischietti si è diretto verso viale Bonaria dove, di fronte alla sede della Rai Regionale, è stato attuato un presidio e un volantinaggio. I leader sindacali regionali di Cgil, Enzo Costa, Cisl, Mario Medde, e Uil, Francesca Ticca, hanno spiegato le ragioni dello sciopero al prefetto di Cagliari, Giovanni Battista Tuveri, e al suo vice Andreina Farris. Sono giunte alla manifestazione delegazioni dei territori di Cagliari, Medio Campidano e del Sulcis-Iglesiente per sottolineare il dramma delle industrie in crisi. I sindacati unitari hanno dato un parere negativo sulla manovra, definita iniqua nei tagli alla spesa pubblica. ”E’ ingiusta e inadeguata e non coglie le esigenze di un rilancio dello sviluppo e occupazione in una regione, come la Sardegna, che sta sprofondando, piu’ di altre, sotto i colpi della crisi – ha sottolineato Medde, segretario generale Cisl sarda – colpisce i redditi più bassi, interviene in modo pesante sulle pensioni, non si parla di tassare i grandi patrimoni immobiliari, nè di intervenire per limitare gli sprechi della politica, insomma a pagare sono lavoratori e o pensionati”.