Torino città razzista al rogo gli zingari

Il sindaco Piero Fassino, ha condannato duramente l’incendio appiccato ad un campo nomadi da alcuni dei partecipanti a un corteo di protesta dopo la denuncia di uno stupro da parte di una ragazza che ha poi ritrattato.

“E’ assolutamente inaccettabile – ha detto Fassino – che si dia luogo a manifestazioni di linciaggio nei confronti di persone estranee ai fatti per la sola ragione che sono cittadini stranieri”.

Una presa di posizione dura da parte del primo cittadino piemontese che respinge le accuse di razzismo della città ma non entra nella profondità del problema: Torino non è razzista, è semplicemente esasperata. Quanto accaduto, al di là della deprecabilità della giovane che ha finto lo stupro, è lo specchio di un disagio sociale enorme, di una rabbia inespressa derivata da una presenza fastidiosa degli stranieri, non di tutti naturalmente ma di quella parte di stranieri che delinque e non rispetta le regole. E allora quanto accauduto serve a far capire che gli italiani non vogliono questi immigrati. O l’Italia può imporre loro il rispetto delle regole e loro stessi possono vivere in maniera dignitosa nel contesto urbano, oppure l’Italia deve finire di aprire le porte indiscriminatamente e procedere ad espulsioni di massa.