Mike Bongiorno restituito all’Italia

Un giorno di festa doppia per il nostro Paese, sia per l’Immacolata che apre le feste natalizie, sia per il ritrovamento della salma del Re del Quiz. Felicità espressa oltre che dai familiari e da tantissima gente comune, da molti personaggi del mondo dello spettacolo e non solo.

“Sono contento. A darmi la notizia è stato il figlio di Mike, Nicolò” ha detto don Mauro Pozzi, parroco della Chiesa di San Giovanni Battista a Dagnente. “Ho sempre sperato che si arrivasse al ritrovamento. Chi ha trafugato la salma sapeva ormai di non poterla fare franca”.

“Una bellissima notizia per tutta la città e per la famiglia di Mike Bongiorno” ha affermato il sindaco di Arona, Alberto Gusmeroli. “Eravamo tutti in ansia per loro e credo lo sia stata tutta l’Italia perché Mike Bongiorno era una figura molto amata dalla gente”. Dopo tutti gli accertamenti degli investigatori e della magistratura, Arona spera di poter accogliere di nuovo la bara di Mike nel cimitero di Dagnente: “Ora mi auguro – conclude Gusmeroli – che finalmente possa riposare in pace”.

Una “grande notizia” il ritrovamento anche per Albano Carrisi che rivela: “Giuro che stamattina stavo vedendo una foto su un giornale, che ritrae Fiorello e Mike. Mi sono detto che forse era il caso di lanciare un annuncio. E’ un giorno veramente speciale, di ritorno alla normalità”. ”Peccato -sottolinea l’artista- che in un paese tanto bello succedano cose così squallide. E’ come se avessero rubato un monumento nazionale. Mi auguro che sia davvero tutto finito. Certo è una macchia indelebile. Lasciamo riposare in pace il mio amico…”.

“Mi auguro che sia lui, che si tratti davvero della sua salma” ha detto la conduttrice Mara Venier. “Quel che è accaduto un anno fa – dice – è una cosa ignobile che non può essere giustificata in ogni modo. Un atto così vile che Mike non meritava assolutamente”.

Per rubare le spoglie i ladri hanno rotto la lapide della tomba. A dare l’allarme la mattina del 25 gennaio è stato un anziano, Giuseppe Buscaglia, andato a fare visita ai suoi defunti. Il pensionato ha raccontato agli investigatori di aver visto la lapide divelta, i mattoni a terra e il loculo vuoto e di aver immediatamente avvertito il custode del cimitero. I carabinieri del Ris, arrivati in elicottero da Parma, hanno effettuato alcuni rilievi e sono partite le indagini, svolte dai militari di Arona e Novara, coordinati dal procuratore Giulia Perrotti e dal sostituto Fabrizio Argentieri, della procura della Repubblica di Verbania. Nelle due settimane successive sono state raccolte testimonianze, analizzate immagini di telecamere e tabulati telefonici.

La famiglia ha mantenuto da subito uno stretto riserbo per consentire alle forze dell’ordine di fare il proprio lavoro. A febbraio però la moglie di Mike, Daniela, ha lanciato un appello agli italiani, dichiarandosi pronta a ricompensare chiunque avesse informazioni utili al ritrovamento della salma. Alla famiglia sono arrivate diverse lettere, ma nessuna viene considerata attendibile dagli inquirenti. Oltre ai messaggi di solidarietà i familiari di Mike hanno ricevuto anche lettere di veggenti che tentavano di dare una risposta al mistero. Il 3 marzo due persone sono state sottoposte a fermo dalla polizia giudiziaria della procura di Verbania per tentata estorsione. I due sono considerati i telefonisti della banda che ha trafugato la salma di Mike Bongiorno dal piccolo cimitero. Durante l’interrogatorio di garanzia uno dei due si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre l’altro ha negato le accuse. I due avrebbero telefonato prima a don Mario Pozzi, il sacerdote amico della famiglia Bongiorno, chiedendo con insistenza i recapiti telefonici di Fiorello e di Marco Baldini poi si sarebbero rivolti direttamente al figlio maggiore di Mike, Nicolò.

La vicenda si è conclusa per uno dei due in tribunale a Verbania il 25 ottobre scorso. Luigi Spera, artigiano edile di 54 anni, residente a Settimo Milanese, accusato di tentata estorsione insieme a Pasquale Cianci nella vicenda della sparizione della bara di Mike Bongiorno, ha patteggiato un anno e sette mesi di reclusione. I due hanno sempre sostenuto di aver fatto il tentativo di estorcere denaro alla famiglia e di non essere coinvolti nel furto della salma. Spera aveva chiesto di essere processato con rito abbreviato. Per Pasquale Cianci il processo è invece stato trasferito a Milano per competenza territoriale.