Lavorava al Commissariato lametino ma aiutava il boss

Incredibile ma vero dove arriva la corruzione nella pubblica amministrazione al Sud dove gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Catanzaro hanno eseguito un provvedimento cautelare a carico di Giuseppina Lentini con l’accusa di favoreggiamento aggravato per aver commesso il fatto in violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione e falso in atto pubblico, in quanto appartenente ai ruoli dell’amministrazione civile del ministero dell’Interno in servizio al Commissariato di Lamezia Terme.

Per la Lentini, che è indagata anche per rivelazione di segreti di ufficio, il giudice per le indagini preliminari di Catanzaro ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari, su richiesta della Procura del capoluogo calabrese che conduce la relativa inchiesta, avviata a seguito delle indagini sfociate, nel giugno 2010, nell’operazione denominata “On the road”, e diretta a sgominare un’associazione straniera di stampo mafioso, secondo gli inquirenti capeggiata dal lametino Matteo Vescio, risultata costituita da soggetti italiani e ucraini impegnati da anni in attività estorsive a Catanzaro e Lamezia Terme ai danni di soggetti ucraini impegnati nel trasporto di merci sulla rotta Italia-Ucraina cui veniva imposto il pizzo.

Vescio, stando a quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato il beneficiario delle soffiate della Lentini che in più occasioni lo avrebbe aiutato ad eludere le investigazioni della Squadra mobile, rivelandogli dell’esistenza e della tipologia delle indagini nei suoi confronti, grazie ad informazioni utili acquisite attivando canali privati e sfruttando sue conoscenze personali.