Voi vi spartite la torta noi moriamo di fame

Lei, Ministro o Senatore, Parlamentare che sia non si è reso conto ancora, che il popolo ne ha le tasche piene di tutti voi.

Voi che negli anni delle vacche grasse, vi siete “ agiati “ alla meglio maniera, incuranti soprattutto di tutta la gente che è stata tartassata dai vostri balzelli.

Vi siete sempre preoccupati solo ed esclusivamente di come meglio spartrvi la torta e ad assicurarvi un futuro tutto roseo. Ma noi no.

Io vi chiedo:

Se sia possibile vivere con uno stipendio da fame con il costo della vita alle stelle?

Se sarà giusto avere in Italia una situazione anomala come la Vostra presenza?

Vi dico che non vi “reggiamo più”, siamo stufi ed esasperati.

Ma quando prendete la vostra busta paga non vi sentite un po’ male?

Non vi vergognate di tenervi tutti quei privilegi?

Lei, Ministro o Senatore, Parlamentare che sia non si è reso conto ancora, che il popolo ne ha le tasche piene di tutti voi.

Voi che negli anni delle vacche grasse, vi siete “ agiati “ alla meglio maniera, incuranti soprattutto di tutta la gente che è stata tartassata dai vostri balzelli.

Vi siete sempre preoccupati solo ed esclusivamente di come meglio spartervi la torta e ad assicurarvi un futuro tutto roseo. Ma noi no.

Io vi chiedo:

Se sia possibile vivere con uno stipendio da fame con il costo della vita alle stelle?

Se sarà giusto avere in Italia una situazione anomala come la Vostra presenza?

Vi dico che non vi “reggo più”, sono stufo ed esasperato.

Ma quando prendete la vostra busta paga non vi sentite un po’ male?

Non vi vergognate di tenervi tutti quei privilegi?

“La lingua batte dove duole il dente”  è un proverbio vecchio come il mondo, fa anche al caso mio e cioè quello di non sopportare più la presenza nella mia vita di tutti quei personaggi che per mestiere e per rendita fanno politica.

La politica, dovrebbe essere l’Arte di governare le società; il termine è di derivazione greca, da polis ( “πόλις”), e questa che ci troviamo sul collo è tutt’altro di  quanto è nell’intento del significato stesso.

Ma voi, fate la politica?

Forse questo castello di sabbia chiamato “ Europa” si sgretolerà assieme alla sua moneta senza patria, comunque vadano le cose resta ugualmente uno stato fallito nell’idea e nei fatti dato che non vi è, e non c’è mai stata unione fra gli stati che lo compongono.

E se l’Italia scivolasse facendo un rumoroso capitombolo, che sarebbe?, la catastrofe o la liberazione….. no come quella appena festeggiata a Roma quando l’ex Premier Signor Silvio Berlusconi si è dimesso, e in quell’occasione si è festeggiato con balli e canti patriottici tipo – Bella ciao – poi confermata pure dal Segretario del PD.

Forse uscendo dalla zona euro riconquisteremmo la nostra sovranità e potremmo anche rispondere al Presidente Francese di non pensare all’Italia ma alla sua Nazione.

Il punto non è questo, è un altro e cioè di cominciare a pensare di rifiutarmi di andare a votare, di non pagare più le tasse, sperare in un’altra forma di governo. Lei, Ministro o Senatore, Parlamentare che sia non si è reso conto ancora, che il popolo ne ha le tasche piene di tutti voi.

Voi che negli anni delle vacche grasse, vi siete “ agiati “ alla meglio maniera, incuranti soprattutto di tutta la gente che è stata tartassata dai vostri balzelli.

Vi siete sempre preoccupati solo ed esclusivamente di come meglio spartervi la torta e ad assicurarvi un futuro tutto roseo. Ma noi no.

Io vi chiedo:

Se sia possibile vivere con uno stipendio da fame con il costo della vita alle stelle?

Se sarà giusto avere in Italia una situazione anomala come la Vostra presenza?

Vi dico che non vi “reggiamo più”, siamo stufi ed esasperati.

Ma quando prendete la vostra busta paga non vi sentite un po’ male?

Non vi vergognate di tenervi tutti quei privilegi?

E vorrei rifiutarmi di pagare ogni cosa fino a quando voi non vi sarete levati tutti i privilegi e abbassati gli stipendi e rinunciato alle auto blu.

Fino a quando voi non comincerete a pagare le tasse come lo faccio io.

Fino a quando pagherete il pasto e l’ingresso allo stadio e al cinema come me.

Fino a quando pagherete il biglietto per usare l’aereo come me.

Fino a quando viaggerete con i mezzi propri o pubblici.

Fino a quando pagherete il ticket negli ospedali.

Penso che sia giunto il momento di farvi un esame di coscienza e di sentire il vento del cambiamento senza l’uso della violenza e della distruzione come accade in altre parti.

Vorrei cominciare a rifiutarmi e fare queste cose fino in fondo, e fino a quando l’equità sarà stata stabilita.

Ma di tutto questo Signor Ministro, Senatore, Parlamentare che sei non gliene frega nulla e sa perché ?

Perché lei ha la certezza che tutto resterà come prima, e la sua certezza è la mia sconfitta!

Buon Natale a Lei!   “Che le cose siano cosi, non vuol dire che debbano andare così. Solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare. Ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi più che fare”.

Giovanni Falcone