Attentato Spadafora colpita al cuore la città di Gioia Tauro

Un anno orribile quello che volge al termine per la Piana di Gioia Tauro e soprattutto per la Città del Porto, funestata in estate dal barbaro omicidio di Francesca Agresta (assassinata dal padre naturale) e di Vincenzo Priolo (al termine pare di una lite) e poi dagli avvertimenti al consigliere provinciale Raffaele D’Agostino, cui è stata incendiata l’auto e questa notte l’ordigno di fronte casa del poliziotto Piero Spadafora. Ma la lista sarebbe lunghissima con tantissimi attentati ed omicidi sparsi per la Piana di Gioia Tauro. Basta scorrere a ritroso attraverso le pagine del giornale per seguire una lunga scia di sangue, morte e terrore che sta segnando il 2011.

Ma questa è davvero la faccia di Gioia Tauro, una terra che rimane senza lavoro (vedi le vicende portuali e del settore trasporti)? Una terra violenta ed in mano alla criminalità organizzata? Se lo chiedono in tanti, anche l’associazione Astra – Trasporti, rappresentata da Santo Bagalà, peraltro consigliere comunale di minoranza, che esprime “grande solidarietà per lo spiacevole evento che ha colpito l’ispettore capo Spadafora”  e condanna “questi vili e codardi atti di terrorismo ed esprime forte indignazione contro qualsiasi atto di violenza”.

C’è anche una Gioia Tauro che lavora, che produce, che pensava che il 2010 (che verrà ricordato per l’alluvione di novembre) fosse stato un anno brutto, bruttissimo, ma che ha scoperto a sue spese che il 2011 è stato peggiore. Bisognerà piangere altri morti, annotare altre azioni criminali, prima di prendere incisivi provvedimenti, leggasi l’invio dell’Esercito?