Pescherecci sequestrati si muove la diplomazia italiana

La vicenda dei pescherecci siciliani sequestrati dai libici  passata nelle mani della Farnesina, che su istruzioni del Ministro degli Esteri Terzi, ha preso contatto con la rappresentanza diplomatica a Tripoli per arrivare a una soluzione positiva della vicenda. L’Ambasciata “sta prestando la necessaria assistenza all’equipaggio del peschereccio, con il quale si mantiene in costante contatto”.

Malgrado i trattati di amicizia e di pesca degli ultimi anni, il problema è comunque rimasto insoluto: i pescherecci italiani che partono dalla Sicilia, se si spingono troppo al sud rischiano di imbattersi, come accaduto oggi, con le motovedette libiche.

Negli ultimi due anni si contano almeno una dozzina di casi di conflitto tra pescherecci italiani e autorità libiche: dai due pescherecci, il “Monastir” ed il “Tulipano”, sequestrati il 22 luglio del 2009 con 14 persone a bordo ai tre seqestrati il 10 giugno 2010 a 30 miglia dalla costa libica, proprio nella zona considerata unilateralmente da Tripoli come sua esclusiva pertinenza, liberati solo dopo l’intervento personale dell’ex presidente del Consiglio. E poi, tra gli altri, il 20 luglio 2010 il peschereccio “Twenthy-Three” dirottato nel porto di Sfax ed il “Daniela L.” a dicembre, per il quale l’armatore ha pagato a Tripoli un’ammenda di 5.000 euro.