L’Egitto brucia i morti sono ora tredici

Con le elezioni alle porte il paese del Nord Africa torna una polveriera con proteste e violenti scontri tra manifestanti e polizia. Domenica sera gli agenti hanno attaccato i dimostranti in piazza Tahrir dopo una giornata di battaglia. Le forze dell’ordine hanno dato fuoco alle tende. Almeno tredici persone sono rimaste uccise e il bilancio di questo weekend insanguinato sale dunque ad almeno 15 vittime. Decine di persone sono rimaste ferite, 192 secondo quanto riferito dal ministero della Sanità, e in molti sarebbero stati fermati.

Secondo Waleed Rashed, fondatore del movimento “6 aprile”, Bothaina Kamel, la candidata alle presidenziali, “è stata arrestata durante l’incursione”. Per contro, in piazza sono stati presi in ostaggio quattro agenti.

Il Premier Essam Sharaf ha convocato una riunione di emergenza dell’esecutivo per gestire la crisi. Nel corso del vertice è stato deciso che le presidenziali si terranno comunque il 28 novembre. Vengono poi escluse dimissioni da parte dei membri del Governo. In un comunicato si afferma che “quanto sta succedendo ha per obiettivo quello di far annullare le elezioni e di impedire la creazione delle istituzioni dello stato democratico”.