I problemi morali dell’Italia

I numerosi eroi che hanno sacrificato la propria vita per darci un’Italia unita, libera e democratica, avevano una visione di una società concordemente protesa verso il progresso e il vivere civile, ordinato nel rispetto delle comuni e più nobili aspirazioni. Dopo 150 anni è, invece, inevitabile chiedersi quanta parte di questa eredità di valori etici sia ancora attuale.

I successori di coloro che costruironola Nazione, le classi dirigenti che hanno gestito lo Stato negli ultimi decenni ed anche oggi, sono, forse, riuscite a vanificare un patrimonio storico e morale che ci proponeva tra i Paesi più civili del mondo.

Delle certezze di un tempo, del quadro dei riferimenti forti sembra sia rimasto ben poco. L’incertezza e l’angoscia hanno sostituito le certezze e le mete di un tempo. Oggi l’individuo va alla deriva, pressato da messaggi ambigui e pieni di disvalori; la memoria dei valori etici fa sentire il proprio richiamo, mentre l’edonismo genera aspettative materiali sempre crescenti, sempre più difficili da raggiungere e mantenere. Risulta improrogabile, ormai, cominciare a ricostruire recuperando quanto di valido esiste ancora nei valori di ieri, modificandoli per adattarli alla realtà odierna. Senza valori di riferimento l’uomo sarà libero ma libero nel deserto. Non a caso oggi molti giovani bruciano la “loro libertà” nel mondo irreale ed allucinante delle droghe; la libertà, quella dei nostri giorni, se non indirizzata ed incanalata da regole morali, equivale ad un tunnel buio dal quale solo i più forti riusciranno a venirne fuori indenni.

E non è impossibile uscire da questo tunnel: sotto sotto si avvertono ancora esigenze morali forti.

I segnali ci sono e pure molti: la voglia di giustizia sociale è ovunque pressante. Ovviamente è necessario passare dall’astratto predicato al concreto attuato. Il futuro del nostro Paese è nelle mani di tutti i cittadini ed in particolare di tutti i politici. Questi, insomma, recependo i bisogni e le istanze della gente, devono ricordarsi che la politica è servizio e non altro.