Operazione anti Lo Bianco a Vibo Valentia i nomi

Nonostante fosse agli arresti domiciliari in una clinica privata, la vittima era costretta a recarsi a trovarlo. E’ quanto emerge dalle indagini della squadra mobile di Catanzaro che hanno arrestato Andrea Mantella, di 39 anni, di Vibo Valentia, ritenuto un elemento di spicco del clan; Francesco Antonio Pardea (25), di Tropea (VV); Salvatore Morelli (28), Francesco Scrugli (41) e Vincenzo Mantella (25), di Vibo Valentia.

Mantella, secondo quanto emerso dalle indagini e dalle dichiarazioni di Samuele Lo Vato, un collaboratore di giustizia che era ai domiciliari nella stessa clinica Villa Verde di Donnnici (CS), inviò Morelli e Scrugli a parlare con l’imprenditore vibonese per fargli dire di andare a trovarlo perché c’erano dei problemi da affrontare. E l’imprenditore, secondo quanto lui stesso ha ammesso negando però di avere pagato una tangente, si recò effettivamente in clinica a trovare Mantella, portandogli anche una guantiera di dolci ”in segno di cortesia”, come scrive il gip nella sua ordinanza.

Nell’occasione, secondo l’accusa, l’imprenditore pagò la tangente a Mantella. Un’ipotesi che per gli investigatori trova conferma nelle parole che Mantella disse ad uno dei suoi uomini e che sono state riferite da Lo Vate: ”abbiamo sistemato tutto”. Mantella, per gli inquirenti della Dda di Catanzaro, è un ”emergente” della cosca Lo Bianco, ”a volte – scrive il gip – contrapposto ed in contrasto a quello del capo cosca Carmelo Lo Bianco”. Tanto che – scrive il gip – il boss Carmelo Lo Bianco, commentando le voci che circolavano nell’ambiente criminale vibonese di un’ascesa di Andrea Mantella, parlando con un nipote (dialogo intercettato dagli investigatori) gli dice: ”E’ da 40 anni che comando io. Ora non è che viene un pisciaturu qualunque e e comanda a Vibo. Questo maiale ha fregato anche la moglie al fratello. E’ da 40 anni che comandiamo noi, che comando io, personalmente. Ora non è che viene lui e comanda, che lui non comanda neanche a casa sua”.