Il Governo Monti è a tempo

“Accettiamo una sospensione della democrazia. Subiamo il terrorismo dell’opposizione, della stampa, della stampa straniera. Per questo motivo mi sono dimesso”. E’ un ex Premier a tutto campo tornato combattivo come non mai e deciso a non lasciare spazio ai poteri forti oggi al potere. “Non possiamo lasciare il paese alla sinistra. E poi a chi? A Di Pietro, Vendola e Bersani. Gli italiani non sono così cretini da dare il voto a questi qua”. E garantisce: “So che volevate che mi ritirassi a scrivere le mie memorie. Ma non lo farò”. Anzi, proprio per riprendere le redini del partito spaccato, il Cavaliere lancia il congresso del PdL: “Si farà a primavera”, ha detto. E intanto organizza il lancio di una tv on line, così come riferiamo in cronaca.

Silvio Berlusconi non usa mezzi termini e attacca duramente il nuovo esecutivo: “La decisione finale ci è stata praticamente imposta, con i tempi voluti dal presidente della Repubblica”. Ce n’è anche per il capo dello Stato: “Come presidente del Consiglio mi sentivo impotente, potevo solo suggerire disegni di legge. Anche i decreti, quando arrivavano al Quirinale, il presidente della Repubblica diceva no a 2 su 3 – sottolinea Berlusconi -. Ci correggeva con la matita rossa, come una maestra con i bambini delle elementari”.

L’ex presidente del Consiglio sottolinea che la durata del nuovo esecutivo dipende anche dal PdL, decisivo anche nella nuova maggioranza e insiste perché il nuovo Premier chiarisca il suo programa: “Monti ha parlato di sviluppo e crescita, ma non ci ha detto nulla di preciso sul suo progamma. Abbiamo ribadito il no del PdL alla patrimoniale perché sarebbe una misura depressiva”.

L’ex primo ministro non ha tralasciato l’argomento elezioni. “Se si andasse al voto oggi – ha detto – ci sarebbe l’incognita del Terzo Polo, l’incognita di Casini. Ma non vi preoccupate: faremo ragionare il ragazzo al momento giusto, con le buone o le cattive…”. Poi, sulla legge elettorale: “Monti non cambierà la legge elettorale, ma siamo d’accordo che va cambiata. Abbiamo un gruppo di esperti che sta valutando quella migliore, va modificata prima delle prossime elezioni”, ha spiegato, ribadendo il suo no per ora al voto anticipato: “Affrontare ora una campagna elettorale, sotto la pressione negativa e l’assedio dei media, sarebbe stato un errore”. L’ex Premier, poi, ha affrontato anche il tema delle intercettazioni:  “Quella delle intercettazioni è una vergogna. Io ho deciso che di non avere più il cellulare”, ha detto e ha sottolineato la necessità entro la fine della legislatura di mettere mano al regime delle intercettazioni e alla giustizia.