Restivo condannato a 30 anni per l’omicidio di Elisa Claps

Giustizia è fatta seppur dopo 18 anni, per l’omicidio di Elisa Claps. I giudici del tribunale di Salerno, accogliendo la richieste dell’accusa, hanno riconosciuto Danilo Restivo colpevole dell’omicidio della studentessa potentina 16enne, condannando l’uomo a una pena di 30 anni di reclusione nel processo celebrato con rito abbreviato davanti al gup Elisabetta Boccassini.

Elisa Claps, ultima di tre figli, sparisce nel nulla il 12 settembre del 1993. È domenica, Elisa, che frequenta il primo Liceo Classico, lascia casa dei genitori al mattino per andare in chiesa e da allora non dà più notizie di sé. Un’amica riferisce che Elisa le ha detto di dover incontrare una persona nella Chiesa della Santissima Trinità e da lì la madre, Filomena, e il fratello Gildo cominciano le ricerche della giovane scomparsa chiedendo vanamente che si proceda a una perquisizione dell’edificio.

 Dopo 17 anni di appelli caduti nel vuoto da parte dei familiari e l’interessamento della trasmissione Chi l’ha visto, il cadavere di Elisa viene ritrovato. È il 17 marzo del 2010 e il corpo della studentessa viene scoperto per caso da alcuni operai impegnati in lavori di manutenzione proprio all’interno del sottotetto della chiesa. Sono ancora riconoscibili i suoi occhiali, i sandali, l’orologio e una maglia fatta a mano dalla madre su misura per lei. Secondo i dettagli dall’autopsia svolta sul cadavere, Elisa Claps fu colpita più volte mortalmente al torace con un’arma da taglio (forse un coltello) e fu finita per soffocamento.

Danilo Restivo, all’epoca 21enne, è l’ultima persona ad aver incontrato la giovane quella domenica. A Potenza sono in molti a conoscerlo per la sua mania di tagliare ciocche di capelli a giovani donne incontrate per caso sugli autobus. Restivo il giorno della sparizione si presenta al pronto soccorso dell’ospedale per farsi medicare ferite da taglio che dice di essersi procurato cadendo. Così, nonostante su di lui si addensi una nube di insinuazioni e sospetti, mentre gli investigatori sono impegnati a risolvere il rebus della sparizione di Elisa, riesce a sfuggire a tutte le accuse. Decide quindi di emigrare, trasferendosi nel Dorset, in Inghilterra.

Nel 2010, quando il cadavere di Elisa torna alla luce, Danilo Restivo è già imputato nel Regno Unito per aver mutilato e ucciso la sua vicina di casa, Heather Barnett. In giugno quando la corte del Winchester lo condanna all’ergastolo in Inghilterra, viene accusato e rinviato a giudizio anche per l’omicidio di Elisa. Dopo un anno e mezzo, l’11 novembre 2011, arriva la sentenza di colpevolezza, mentre restano in piedi i dubbi sollevati in sede processuale sulle complicità e i silenzi di cui si sarebbe avvalso Restivo per sfuggire alla giustizia italiana per quasi vent’anni.