Non c’è turismo senza i giovani

Ancora una rilettura di un bel libro del 1993. Si tratta di Pianificazione del turismo di Sandro Donato edito da Gangemi. L’ho trovato di una sconcertante attualità che mi ha suggerito alcune riflessioni relative allo stato della nostra regione. Scrive Donato: “…il turismo è determinato dall’azione complessiva e congiunta di diverse variabili territoriali cioè di qualità ed attributi fisici e culturali messi a disposizione dell’ambiente: la   protezione e la riqualificazione dell’ambiente (naturale e antropico) rappresentano la condizione indispensabile per un reale, cioè, concreto sviluppo turistico.” Beh, le caratteristiche fisiche e antropiche nonché le risorse del territorio calabrese ben rispondono all’assunto dell’autore del libro. Infatti in Calabria sarebbe possibile ( mi si passi il condizionale vista la precarietà mentale dei nostri amministratori) una economica valorizzazione turistica delle componenti geo-ambientalistiche (mare- monte-clima), di quelle storico-artistiche (dal magno – greco ai nostri giorni passando per i normanni e gli svevi e il monachesimo calabro – greco) e di quelle produttive(artigianato, agriturismo, fiere, ecc).

E però il decollo turistico della Calabria è reso difficile anche dallo stato di compromissione del territorio determinato dall’incapacità degli Enti Locali di esprimere ed imprimere una visione unitaria d’uso che colleghi i problemi della tutela dell’ambiente a quelli generali dell’armonico sviluppo sociale ed economico. Ricordo ai lettori l’erosione delle coste e per la continua conurbazione lineare in riva al mare e quindi la cementificazione e per l’abbattimento di ogni sorta di vegetazione, l’invasione degli alvei di fiumi e torrenti come tristemente ci porta alla mente l’alluvione di Soverato del fiume Beltrame e quella di Crotone dell’Esaro e del Papaniciaro, e ancora l’occupazione del Lipuda di Cirò Marina con rifiuti ingombranti di ogni specie. E’ di questi giorni il sequestro di un ben nutrito numero di villette con annessi e connessi alla foce di questo fiume e vicinissimo al mare.

 E che dire dell’abusivismo edilizio lungo le coste della Riserva marina di Capo Rizzuto?!  L’incerto decollo turistico del Sud conferma, come dimostra Donato, che “non è possibile assicurare al turismo, con interventi a carattere settoriale e locale, tutte le condizioni ottimali per il suo sviluppo(in termini di servizi, infrastrutture, opportunità socio-culturali,ecc.) per cui si sono determinate situazioni di congestione segnando l’insuccesso della pianificazione urbanistica non integrata in un piano più ampio e articolato di pianificazione territoriale.”  Un piano d’insieme consentirebbe a tutta la regione, e non solo a pochi spazi montani o rivieraschi che siano, uno sviluppo omogeneo. Innanzitutto le infrastrutture. Ancora langue, dopo quarant’anni e più di progettazione, l’arteria a scorrimento veloce detta  Trasversale delle Serre che faciliterebbe la fruizione delle risorse storico-culturali e paesaggistiche di Serra San Bruno, Soriano Calabro, Mongiana, Nardodipace con i suoi megaliti e Monte Poro, raccordandosi con gli insediamenti turistico – balneari di Soverato e Copanello sullo Jonio e di Tropea, Pizzo e Capo Vaticano sul Tirreno. Il decollo turistico è problematico se ancora tutta la costa ionica è attraversata dalla vecchia e pericolosa Statale 106 e ancora da una linea ferroviaria a binario unico e non elettrificata.

 E l’aeroporto di Sant’Anna di Crotone? Beh su questa infrastruttura stendiamo un pietoso velo, chè col ping pong di politici e amministratori non troverà mai felice soluzione alla faccia dei miliardi di vecchie lire spese per la nuova aerostazione pomposamente dedicata a Pitagora. Uno scalo aereo ad intermittenza e c’è chi azzarda a pensare ad un aeroporto su Sibari.  E le comunicazioni interne del Marchesato che non permettono di dare attenzione ai paesi albanofoni di San Nicola dell’Alto, Carfizzi e Pallagorio, nonché alla grande e singolare cattedrale di Umbriatico?  Certamente un modello di sviluppo integrato tra le varie aree e anime della regione potrà essere realizzato pienamente se verranno risolti i problemi dell’accessibilità non solo ai centri turistici già quasi consolidati ma anche alle restanti parti del territorio a diversa qualificazione funzionale.

Già nel 1993 lo stesso Donato scriveva: “il quadro complessivo non è confortante sia nel settore aereo che nei settori portuale, ferroviario e autostradale: per quanto riguarda quest’ultimo i programmi dell’ANAS sono assolutamente inadeguati a fronteggiare i possibili incrementi di traffico sia leggero che pesante diretti verso lo Stretto o dalla Sicilia verso il Nord.” E allora?

Il tempo, tanto tempo, è passato ma inutilmente. E ultima cosa ma non secondaria: la professionalità. La nostra regione offre una molteplicità di forme di turismo: montano, di campagna, naturalistico, termale, religioso, speleolitico e gastronomico e le risorse sono davvero tante. Manca la professionalità nel settore della ricettività e non solo. Non si può ancora continuare a gestire le stagioni turistiche con l’approssimazione. E allora sù a valorizzare, più di quanto sia stato fatto finora, le risorse che vanno formandosi presso l’Istituto Alberghiero di Le Castella, di Serra San Bruno, di Vibo V. ed altri e soprattutto sia dato maggiore impulso e visibilità al neonato indirizzo di Tecnico Turistico al “Gangale” di Cirò Marina. Non si disperdano queste opportunità, non si impoveriscano queste risorse altrimenti la valigia, se non più di cartone, è sempre lì pronta. Perchè non si ripeta all’infinito quel che diceva il poeta e pittore Enotrio e cioè che il destino del Calabrese è quel di portare sempre con se la valigia.

E attenzione, a poco o nulla servono le brochures o guide sfornate continuamente da Comuni, Province, Regione e Pro Loco che talvolta presentano anche inesattezze storiche e sono soltanto dispendio di denaro pubblico; a poco servono se poi il territorio illustrato è poco fruibile o mal gestito. Mi fermo qui anche per non rattristare ulteriormente il povero lettore e…contribuente.