In Italia Berlusconi licenzia senza regole

Poco prima delle 4 del mattino è arrivato l’accordo anche sul taglio del valore nominale del debito greco, il punto nodale che ha bloccato a lungo il vertice dei leader dell’eurozona. L’intesa con le banche private è stata raggiunta su un haircut del 50%, in netto aumento rispetto al 21% concordato al vertice dell’Eurogruppo del 21 luglio scorso. Il debito di Atene, grazie a questa misura, sarà ridotto di 100 miliardi. Il vertice, oltre al via libere alle misure italiane presentate dal governo, ha anche raggiunto un’intesa per l’aumento del fondo salva Stati (Efsf), il cui valore sarà quadruplicato grazie al leverage, raggiungendo un valore di oltre mille miliardi. Nello specifico, i 440 miliardi di euro del fondo attuale dopo i nuovi aiuti alla Grecia diventeranno 250-275 miliardi di euro. Sarà questo l’importo che verrà sottoposto all’effetto leva. L’esatto ammontare dei soldi a disposizione del fondo sarà noto soltanto al termine del negoziato con Atene sul secondo pacchetto di aiuti.

Sì anche all’intesa sulla ricapitalizzazione delle banche, che porteranno entro giugno 2012 il coefficiente patrimoniale al 9%. E l’Eba fa sapere che serviranno 106 miliardi di euro per ricapitalizzare i 90 istituti sottoposti a stress test, di cui 14,7 per gli italiani.

Tra le misure contenute nelle 15 pagine della letterina di Silvio Berlusconi, l’impegno a consentire alle aziende, a partire da maggio del 2012, il licenziamento del personale per situazioni di crisi economica, l’innalzamento a 67 anni dell’età della pensione, la mobilità coattiva nel pubblico impiego e una stretta sui contratti parasubordinati con condizioni più stringenti per questi tipi di contratti.

Entro il 30 novembre un piano per le dismissioni del patrimonio pubblico con un introito, in tre anni, di 5 miliardi; entro il 31 gennaio 2012 via libera alla delega fiscale. Sono alcune delle risposte alle richieste della Bce e dell’Unione, che all’Italia chiedono da tempo maggiore flessibilità in uscita nel lavoro e tagli alla spesa. Il governo italiano indica anche una tabella di marcia: entro il 15 novembre il piano di crescita.

Ssono 4 le direttrici, nei prossimi 8 mesi, su cui il governo intende operare: entro 2 mesi, la rimozione di vincoli e restrizioni alla concorrenza e all’attività economica, così da consentire, in particolare nei servizi, livelli produttivi maggiori e costi e prezzi inferiori; entro 4 mesi, la definizione di un contesto istituzionale, amministrativo e regolatorio che favorisca il dinamismo delle imprese; entro 6 mesi, l’adozione di misure che favoriscano l’accumulazione di capitale fisico e di capitale umano e ne accrescano l’efficacia; entro 8 mesi, il completamento delle riforme del mercato del lavoro, per superarne il dualismo e favorire una maggiore partecipazione.

Il meccanismo di adeguamento dell’età pensionabile, però, dovrebbe iniziare già nel 2013. Inoltre, il governo ha messo in conto introiti per 5 miliardi in tre anni dalla cessione di pezzi del patrimonio pubblico. Il piano delle dismissioni dovrebbe essere approvato entro il 30 novembre prossimo previo accordo nella conferenza Stato-Regioni.

La disposizioni sui licenziamenti ripropone il tentativo di aggirare l’articolo 18, già messo in campo nella manovra di agosto con l’articolo 8, mentre molto decise nei toni sono le misure annunciate per la mobilità nel pubblico impiego: il governo interverrà nella pubblica amministrazione, si legge, e renderà effettivi “con meccanismi cogenti/sanzionatori: la mobilità obbligatoria del personale; la messa a disposizione (Cassa integrazione) con conseguente riduzione salariale e del personale; superamento delle dotazioni organiche”.