Serra San Bruno è tornata nell’oscurità

Si sono accesi i riflettori su Serra San Bruno, la “piccola città”come fu definita da F. Lenormant, con la sua ormai millenaria Certosa, le sue chiese barocche e i suoi palazzi barocchi pure. Si sono accesi in occasione della visita del Santo Padre. E come scriveva don Franco Frangella nel 1979 “la Calabriapossiede sulle Serre il suo convento più insigne i cui frati ‘vivunt ut mortui’; possiede la ‘città più sacra i cui abitanti ‘cotidie mundo moriuntur’”. Lo stesso Papa Ratzinger, in quel pomeriggio davanti a 30 mila fedeli, parlò della Certosa serrese come di una “cittadella spirito”.

E ci sarebbe da continuare a citare la vasta letteratura pro Serra San Bruno ma ci fermiamo qui.

Dopo questa illustre visita calerà il silenzio? Anche il suo predecessore il Beato Giovanni Paolo II venne a Serra il 5 ottobre 1984 ed anche dopo quella occasione l’attenzione sulle Serre fu notevole. Poi silenzio. Abbandono. Spoliazioni. Ancora una volta dopo tanti decenni di sfruttamento turistico di altre zone certamente non meno belle ed interessanti della regione, si accorgono, questi signori, della bella terra delle Serre e come sempre sostengono che bisogna sfruttare anche le zone interne con patrimonio storico, culturale, artistico, nonché paesaggistico di rilevante importanza dopo che hanno fatto di tutto per gettare nel dimenticatoio queste zone.

Cosa hanno fatto per incrementare lo sviluppo turistico delle Serre nato tanti anni fa e solo con piccole iniziative private? Hanno, forse volutamente, dimenticato che questa area presentava e presenta l’unico itinerario turistico, culturale e religioso dell’intera regione. Infatti oltre a Serra San Bruno, in un raggio di20 km, esistono Torre Ruggero col suo Santuario della Madonna delle Grazie che richiama ogni anno a settembre migliaia di pellegrini provenienti da ogni parte della Calabria; Soriano con lo storico Convento di san Domenico; Mongiana col parco zoo-botanico e le ferriere borboniche; Ferdinandea con la ferriera e il palazzo Fazzari; Brognaturo col prezioso scrigno che è la chiesa della Madonna della Consolazione; in ultimo Mangiatorella con l’acqua della salute tanto decantata da Matilde Serao. Insomma tutta la zona delle Serre possiede quello che oggi la demagogia dei politici considera patrimonio storico – culturale e ambientale. Eppure le Serre sono state emarginate, abbandonate e spogliate anche di importanti infrastrutture istituzionali, lasciate sole con la vecchia Strada Regia Borbonica e invece la, ormai  più che quarantennale, “Trasversale ionico – tirrenica delle Serre” ancora tarda a partorire dopo lunga e travagliata gestazione se si considera che è stata ideata nei primi anni ’60 e progettata nei ’70.

S’ tutto difficile per le Serre e tutto facile per altre aree che di storico, culturale, ambientale hanno solo il mare e la neve. E al mare e alla neve sono stati destinati milioni di euro, tantissimo denaro pubblico, senza almeno dare l’opportunità ai residenti dei grandi complessi residenziali di poter effettuare un’escursione alle chiese e alla Certosa di Serra San Bruno e dintorni.

Ma tant’è, le vacanze italiane oggi altro non sono che mare e neve.