Il piano di Roberto Giordano per l’unità del Belgio

Si è scritto tanto sulla sua arte e sui suoi successi internazionali. Tanto è il tributo che questa terra deve avere nei confronti di questo giovane artista per quello che sta facendo e per come lo fa e lo interpreta, come il recente ambizioso e rivoluzionario progetto del Cantiere musicale internazionale, che ha suscitato nel mondo dell’arte e della cultura tanto interesse. Adesso non si tratta più di elargire elogi su elogi, perché si rischia di sconfinare nella facile retorica e di non trovare il giusto accordo per esprimere il reale valore. Bisognerebbe fare come gli antichi cantori che invocavano le muse per esserne ispirati.  Kant, da illuminista profetico, aveva intuito che la prima forma di conoscenza è rappresentata dall’esperienza. Anche Einstein ha legato la conoscenza della verità all’esperienza. Così per riconoscere la grandezza di Franz Liszt a duecento anni dalla sua nascita, si deve ascoltare l’esecuzione di questo artista nella “Sonata in si minore”, per sentirne la potenza espressiva e la bellezza evocativa e poetica. Mezz’ora in cui l’anima viene rapita. Caratterizzata da una struttura ciclica, con momenti di tensione drammatica contrappuntati da altri intensamente lirici e solenni, la composizione ha un tessuto sonoro-compositivo di partiture e movimenti ascendenti e discendenti, che evocano lo “Sturm und Drang” (impeto e tempesta) con una ispirazione mistica di silenti accenti, preludio sia al tema della morte che a quello della passione impetuosa acquietata, tipicamente romantici. Vi è un’alternanza di tempi, di toni e di movimenti che però non spezzano il legame compositivo. Un dialogo ignoto infatti attraversa l’intera opera che genera immagini suggestive cariche di cromatismi e di poesia, che sembrano trasfigurare la delicata armonia che infonde lo sbocciare di un fiore, il sorgere del nuovo giorno o l’epos che accompagna l’avventura dello spirito creativo o l’intensità visiva che si vive nella contemplazione della natura. Molti critici vi hanno riconosciuto un riferimento ai personaggi faustiani di Goethe. Non a caso la sonata sarebbe ispirata da un tema caro al compositore: quello del dualismo, dello sdoppiamento della personalità in Faust-Mefisto, che ritorna in altre sue composizioni. Ma anche i versi di Dante del V canto dell’Inferno, o quelli del I canto del Purgatorio o del Foscolo dei Sepolcri.

Ma in questa magistrale opera il classico e il romantico si fondono, si cercano, si ricreano a vicenda e la dicotomia dell’uomo nuovo contro l’uomo vecchio (la famigerata Querelle des anciens e des modernes), è superata nella interpretazione evocativa, poetica, classica e romantica di Roberto. Ritornano le parole di Valentina Lo Surdo, esperta di musica classica della Rai, sull’arte di Roberto, quando all’inaugurazione del Cantiere musicale internazionale a Mileto, nel mese di luglio, lo ha definito “aedo della musica classica”. La radice classica emerge in tutta la sua bellezza e potenza e dà vita ad alberi e frutti romantici: non a caso i compositori su cui si esprime il suo racconto sono proprio quelli romantici. Ma non bisogna trascurare l’humus da cui scaturisce la matrice interiore e spirituale, il leit-motiv dell’esperienza estetico-musicale che si coniuga all’impegno etico e civile. Questo è il valore e l’ideale più alto che abbiamo ereditato proprio dalla grande civiltà classica, di cui ci riteniamo eredi,  ma raramente discepoli e aedi. Non per Roberto, che ne è degno cultore.

Tanti i cittadini che hanno partecipato all’evento musicale, a ridosso della ricorrenza dei duecento anni dalla nascita di Liszt (22 ottobre 1811), un anno ricco di appuntamenti per celebrare uno dei più grandi compositori e padre del poema sinfonico. Per l’occasione infatti, Roberto Giordano sarà protagonista mercoledì prossimo (26 ottobre alle ore 20) di un evento straordinario che ha anche una motivazione politica. Nella Sala del trono del Palazzo Reale di Bruxelles, sede della Famiglia Reale del Belgio, è stato organizzato un concerto al quale  assisteranno il Re Alberto II ela Regina Paoladi Liegi (discendente dei Ruffo di Calabria), nonché tuttala Famiglia Realeal completo. A promuovere il concerto gli organizzatori dei due maggiori festivals del Belgio, ovvero il Festival de Wallonie ( Festival della Vallonia) e il Festival van Vlaanderen ( Festival delle Fiandre), con il preciso intento di infondere uno spirito unificatore al Paese, attraversato come è noto, da divisioni interne tra il Nord ed il Sud. L’evento verrà trasmesso da RTBF e VRT, le due principali reti televisive e radiofoniche del Regno. Roberto Giordano sarà al fianco del violinista belga di origini italiane, Lorenzo Gatto. Entrambi i musicisti sono “laureati” del Concorso Regina Elisabetta: Giordano nel 2003 e Gatto nel 2009. Il programma prevede musiche di Beethoven, Liszt, Krisler e Tschaikovsky. Per questo evento senza precedenti, la giornalista Rai Valentina Lo Surdo farà una esclusiva intervista al pianista a Radio International, che verrà trasmessa in diretta dalle ore 11,20 giovedì 27.

Il concerto che si è tenuto alla scuola di Polizia, presentato da Cecilia Mancini, è stato caratterizzato da altre esecuzioni dedicate al compositore di origine ungherese, tra cui la parafrasi del  “Rigoletto”, e la ritrascrizione “Der Muller und der Bach” e infine le “Reminiscenze” del don Giovanni di Mozart. Il concerto è stato organizzato dal Rotary club di Vibo e ha avuto una finalità umanitaria come ha sottolineato il presidente Giuseppe Fuscaldo. Infatti le offerte sono state donate alla casa di carità per i bambini disabili.