La grande trasformazione italiana

Prenderà il via domani il Convegno Internazionale “Italia post ’61. La grande trasformazione”, organizzato dall’Università di Torino, con il sostegno del Comitato Italia 150. Il convegno costituisce una delle più significative occasioni di riflessione storico scientifica a tutto campo sulla realtà italiana realizzata nell’ambito di Esperienza Italia. L’obiettivo dell’Università di Torino è partecipare alle celebrazioni del cento cinquantenario dell’Unità “nel modo più coerente con la sua missione di principale agenzia regionale di ricerca e formazione, allestendo un’iniziativa che vedrà la presenza di alcuni fra i massimi studiosi negli ambiti della storia, della politica, del diritto, dell’economia, della sociologia, delle scienze, della filosofia, della letteratura, dell’arte, della comunicazione, segnalati da un Comitato Scientifico presieduto dal Rettore Ezio Pelizzetti, coordinato dal Prorettore Sergio Roda, e costituito da Mario Dogliani, Giancarlo Jocteau, Umberto Levra, Stefano Musso, Nicola Negri, Loredana Sciolla”. I 35 relatori previsti si impegneranno ad analizzare organicamente da diversi punti di osservazione lo straordinario processo di mutamento che il nostro Paese ha conosciuto nell’ultimo mezzo secolo.

Le manifestazioni torinesi di Italia ’61, che videro una straordinaria partecipazione di pubblico italiano e straniero (6 milioni di visitatori), vedevano Torino come unico, riconosciuto luogo di celebrazione del centenario dell’unificazione italiana, ma soprattutto si svolgevano in un momento di grande entusiasmo per le sorti future del Paese. Il boom economico, esploso dopo il definitivo superamento dei disastri della guerra e della crisi dell’immediato dopoguerra, concretava e materializzava la speranza/certezza della costruzione di uno stato moderno, dove tutti avrebbero vissuto meglio dei padri e dove i figli avrebbero conosciuto ancora ulteriori opportunità di crescita sociale ed economica.

Nelle manifestazioni del centocinquantenario Torino gioca ancora un ruolo prioritario, grazie soprattutto all’intenso impegno della realtà cittadina che attraverso gli enti e le istituzioni culturali ed economiche locali si è sobbarcata gran parte dell’onere di organizzazione. Le manifestazioni, che nel capoluogo piemontese hanno registrato un grande successo popolare anche plasticamente, si svolgono in un clima profondamente diverso da quello di cinquant’anni or sono. Esse si confrontano con un Paese mortificato, deluso nelle proprie aspettative, ripiegato su se stesso, incapace di riprendere e ripercorrere la via dello sviluppo, senza alcun ancoraggio certo rappresentato da ideologie, partiti od opzioni politiche collettive, con pochissime speranze per il futuro, con la convinzione (ormai radicata alla prova dei fatti) che le prossime generazioni arretreranno socialmente ed economicamente rispetto alle posizioni raggiunte dai genitori.

A tutti questi interrogativi di fondo si sforzeranno di rispondere gli illustri relatori del Convegno nella certezza che soltanto un’analisi approfondita delle cause e dei processi della trasformazione può consentire di aggredire le dinamiche sociopolitiche e socio economiche del presente con la legittima ambizione di correggerne le storture e di reindirizzarne gli sviluppi nella prospettiva di un futuro più positivo e soddisfacente. Programma del convegno su www.unito.it