I trenta anni della Biblioteca calabrese di Soriano

Tra la metà del XVII e XVIII secolo, il celebre Convento di San Domenico di Soriano Calabro (VV) possedeva una biblioteca ritenuta la più ricca della Provincia Domenicana di Calabria e di tutta Italia. Lo storico Vito Capialbi scriveva che: “fin dal suo nascere divenne adulta, copiosa  e ricca di libri e di manoscritti […]e i frati si preoccupavano di arricchire continuamente la loro biblioteca[…]non guardavano a spese e a disagi per procurarsi tutte le opere possibili.”

E c’è di più. Era come un fare a gara con un’altra grande biblioteca, quella della limitrofa Certosa di Serra San Bruno. Addirittura i Domenicani portarono da Napoli a Soriano uno stampatore per fondarvi una tipografia all’interno del monastero. Da allora molte furono le alterne vicende che interessarono il convento sorianese, già famoso in tutto il mondo.

Ancora oggi i Domenicani di Soriano continuano ad essere indefessi animatori della loro biblioteca non solo nel raccogliere e custodire lavori editoriali ma anche a pubblicarne.

È forse per una sorta di eredità e continuità voluta dal Santo Predicatore come apostolato laico dal versante culturale, se nel 1981 nella cittadina delle Serre vibonesi è stato istituito il Centro Culturale del folclore e delle tradizioni popolari  con la Biblioteca Calabrese che ha sempre richiamato, in questi anni, da molte parti studiosi, curiosi ed accademici.

Insomma una struttura culturale animata con passione, saggezza e competenza, dalla prima ora ed ancora oggi, a dispetto dei suoi anni non più verdi, dal suo Direttore il carissimo amico il prof. Nicola Provenzano che, come ebbe a dire il sindaco del tempo Aurelio Morani, nel decennale di istituzione, “ ha messo insieme nei suoi scaffali circa nove mila volumi, tanta parte delle nostre radici, della nostra storia, della storia culturale, umana, sociale e politica della Calabria”.

Nel 1995, poi, superate non poche difficoltà nel proseguire, la struttura sorianese divenne Istituto della Biblioteca Calabrese e dal 1998 ci offre anche un prezioso strumento editoriale d’informazione su tutto ciò che ruota attorno e vi si anima dentro la Biblioteca. Si tratta del bollettino semestrale “Rogerius” che, come ha scritto il Provenzano, nell’editoriale del n° 2 di luglio-dicembre 2007, vuole essere “ponte fra la terra d’origine ed i calabresi della diaspora, quelli che vivono lontani, nelle altre parti d’Italia e dell’Europa ed ancora in Canada, negli Stati Uniti, in Brasile e in Argentina e in Australia e che attendono con impazienza affettuosa il suo arrivo. Perché “Rogerius”? E non poteva essere altrimenti. È il nome latino di quel grande stratega che fu Ruggero il Normanno, il Gran Conte di Calabria che la fece diventare “il cuore della potenza normanna” con capitale Mileto. La copertina del bollettino reca come logo il “follaro rogeriano, la moneta, appunto, normanna, coniata da Ruggiero ed oggi riproposta dallo scultore sorianese Santo Ciconte. Nel primo numero, quello del primo semestre 1998, Nicola Provenzano e l’instancabile direttore del tempo, oltre che fonte inesauribile di sapere,  l’amico prof. Tonino Ceravolo, presentavano con orgoglio la loro creatura editoriale perché “vuole uscire dalla stretta griglia del notiziario, dandogli pure un respiro culturale che gli consenta di essere accolto con interesse dai tanti cultori di ‘cose calabresi’. Orbene, auguri alla Biblioteca di Soriano  per questi primi trenta anni spesi bene per l’arricchimento della storia della nostra non facile terra di Calabria. Lunga vita ai suoi collaboratori ed in particolare all’amico Provenzano  verso il quale coltivo da sempre un particolare affetto che mi proviene dai ricordi del mio caro papà.