Perugia, iniziativa Anci e Upi saluto della presidente Marini

“In questo edificio ha vissuto un perugino, Aldo Capitini, il padre della marcia della Pace Perugia-Assisi di cui quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario che celebreremo con la marcia di domenica prossima. Capitini oltre all’impegno per la pace ci ha insegnato che il valore della responsabilità civile è fondamentale nella costruzione e nel rafforzamento della democrazia”. E’ quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nel corso del suo saluto all’iniziativa nazionale congiunta delle regioni italiane, di Anci e Upi,a Perugia, nella sala dei Notari.“Siamo qui oggi – ha proseguito la presidente – non per protestare, perché noi siamo una parte del governo del Paese e non una controparte. Una parte che intende rapportarsi con il Governo con spirito di leale collaborazione per aiutare l’Italia ad uscire dalla gravissima crisi in cui versa. Come sistema istituzionale regionale e locale vogliamo svolgere la nostra funzione e dare il nostro contributo per la soluzione dei gravi problemi che pesano innanzitutto sulle spalle dei cittadini, dei lavoratori, delle imprese”.“Ricade su di noi la responsabilità del governo dei territori e delle nostre comunità locali e ogni giorno ci confrontiamo con il sempre crescente disagio sociale che investe i nostri cittadini. Per questo ritengo che una delle cose più sbagliate, che occorrerebbe modificare, è il drastico taglio delle risorse per il welfare, per il nostro sistema sociale. Sono infatti convinta che una positiva politica di welfare è il presupposto per la crescita e lo sviluppo economico. Non vi può essere crescita se non vi è inclusione sociale”.“Come sistema delle Regioni, ha affermatola Presidente, consapevoli della gravità della situazione economica generale in cui versa il Paese, e dell’enormità del peso del debito pubblico, abbiamo offerto al Governo la nostra totale disponibilità a collaborare affinché si definiscano insieme misure concrete volte ad aiutare l’Italia ad uscire dalla crisi, ma anche a mettere in campo azioni ed interventi per la crescita. In questa direzione abbiamo chiesto che tutte le azioni tese a determinare effettui positivi per la crescita non rientrino nel patto di stabilità che, per come è oggi, impedisce addirittura di spendere risorse che abbiamo nelle nostre disponibilità e che si vari al più presto un piano straordinario di opere pubbliche di infrastrutture di piccole e medie dimensioni”.