Al – Zarqawi e la seconda generazione di Al Qaeda

L’egiziano Ayman al – Zawahiri vuole confermare la sua leadership ereditata da Bin Laden e lo fa attraverso una serie di attentati ed omicidi che stanno insanguinando l’Afghanistan ed il Pakistan. A Kabul l’omicidio eccellente di ieri che ha avuto come vittima Burhanuddin Rabbani e che ricorda molto quello di Massud, il “Leone del Pansjhr” che dopo aver contribuito significativamente a cacciare l’invasore sovietico, sognava un Afghanistan libero dal gioco dei Talebani e da Bin Laden. Rabbani, ex Presidente dell’Afghanistan dal 1992 al 1996 quando fu esiliato dai Talebani, presiedeva l’Alto Consiglio della Pace voluto da Karzai per accelerare la stabilizzazione politica del Paese. L’attentatore suicida ha agito in modo pressoché analogo a quanto avvenuto il 9 settembre 2001, due giorni prima dell’attacco alle Torri Gemelle, quando due falsi giornalisti uccisero Massud azionando una bomba nascosta in un telecamera. Questa volta un uomo ha chiesto di incontrare Rabbani per trattare alcuni aspetti sulla futura pace ed abbracciando la vittima designata, si è fatto saltare azionando una bomba nascosta nel turbante. L’evento segue l’attacco coordinato contro l’ambasciata USA ed il Comando NATO a Kabul, attribuito al clan di Haqqani di cui fanno parte gli estremisti afgani e dopo altri decine di micro episodi terroristici concentrati nelle ultime due settimane in Pakistan. L’esplosione di una bomba durante un funerale, un attentato su un mezzo pubblico che ha provocato molte vittime fra cui diversi bambini, vari attacchi alle moschee e contro la folla che tradizionalmente frequenta ogni giorno i bazar. Contemporaneamente un segnale del risveglio del terrorismo in Turchia con un attentato ad Ankara, che ieri ha ucciso tre persone e ferite altre 15. Un atto che il governo turco si è affrettato ad addebitare al PKK e compiuto mentre il Presidente Recef Tyyip Erdogan si sta proponendo come riferimento politico delle popolazioni protagoniste della primavera araba. Il “Partito dei Lavoratori del Kurdistan”, emanazione di un’organizzazione maoista di Ankara e caratterizzato da una spiccata connotazione marxista – leninista che, in passato, è stato protagonista in Turchia della lotta clandestina contro il governo istituzionale. Se venisse confermata la matrice dell’attentato ad Ankara, si deve prendere atto che due entità eversive, Al Qaeda ed il PKK, pur caratterizzate da differenti posizioni ideologiche, stanno applicando tecniche eversive per scopi molto simili: compiere atti terroristici per screditare le istituzioni locali ed indurre la popolazione a ribellarsi. Si ritorna al terrore in Centro Asia coinvolgendo anche la Turchia membro della NATO e dove in questi giorni si constata il risveglio di un approccio “neo ottomano” che potrebbe infastidire il disegno politico ipotizzato da Al Qaeda per l’immediato futuro dell’ Afghanistan e delle aree africane toccate dalla primavera araba. Un risveglio terroristico che si concentra, peraltro, nei giorni in cui l’ONU sta affrontando la richiesta palestinese del riconoscimento come Stato sovrano ed Israele è osteggiata dalla stessa Turchia e dall’ex alleato egiziano. Un insieme di eventi che avvengono mentre il Presidente iraniano Mahumud Ahmadinejad invita il moderato re di Giordania a partecipare ad incontri politici “per affrontare questioni regionali di interesse dei due Paesi” ed attacca l’Italia, la Francia e gli USA definendoli criminali “che per lungo tempo si sono spartiti ed hanno saccheggiato le terre dei Paesi islamici”. Non è quindi azzardato ipotizzare che sulla scena mondiale si stanno configurando nuovi assetti geostrategici che potrebbero lasciare spazio a nuove forme di terrorismo difficilmente prevedibili e concentrate nelle aree dove maggiore è l’incertezza politica ed economica dovuta a cambiamenti di assetto politico. Paesi in cui, peraltro, potrebbero innescarsi condizioni di malessere fra le popolazioni sconcertate per il mancato raggiungimento di illusorie promesse di benessere e democrazia. Al Zarqawi e la nuova nomenclatura di Al Qaeda stanno sicuramente monitorando attentamente l’evolvere della situazione e con altrettanta certezza saranno pronti a riconfermare l’obiettivo iniziale di Al Qaeda. “Uccidere gli americani ed i loro alleati civili e militari è un dovere di ogni mussulmano”, sentenza islamica fondamentalista (fatawa) pronunciata a suo tempo da Bin Laden e di cui si potrebbero appropriare anche realtà islamiche fino ad ora moderate, a totale danno della sicurezza internazionale. Segnali importanti che non possono essere sottovalutati per non correre il rischio di trovarsi ancora impreparati ad affrontare situazioni estreme, come quella dell’11 settembre.