Nella piana di Gioia Tauro scoppia anche la vertenza Crai

Come se non bastasse la crisi fa “saltare” un’altra azienda nella piana di Gioia Tauro. Dopo i fermenti al porto di Gioia Tauro che hanno portato alla messa in cassa integrazione di quasi i 50% degli oltre mille addetti dello scalo calabrese. Dopo la patata “bollente” dei trasporti con la dismissione delle linee taurensi e la vertenza Lirosi. Ora emerge la questione Crai. Enzo Infantino, in una nota esprime la solidarietà “ai lavoratori del supermercato Crai di Palmi che hanno deciso di proclamare uno sciopero a causa dei continui abusi contro i loro diritti da parte dei gestori del Centro Commerciale Le palme. È molto grave ciò che i lavoratori hanno denunciato. In un comunicato, infatti, hanno parlato di continue vessazioni, ricatti, ritardi nei pagamenti, ore e ore di straordinario mai retribuiti, minacce di licenziamento per chi ha deciso di iscriversi al sindacato. Di fronte a questo quadro desolante, da terzo mondo, non si può restare  indifferenti. Per questa ragione, ed anche per il coraggio dimostrato di rompere il muro del silenzio e della paura per rivendicare semplicemente i loro elementari diritti, mi unisco idealmente alla loro battaglia. Mi auguro che l’opinione pubblica palmese, le forze politiche, le associazioni intervengano su questa vicenda per dare sostegno e forza alle sacrosante rivendicazioni di chi ha deciso di non continuare a lavorare in uno stato di semi schiavitù. Auspico, infine, un intervento da parte dei nostri rappresentanti istituzionali a partire dal consigliere provinciale Giovanni Barone”. Sulla stessa lunghezza d’ondaValerio Romano, segretario generale Filcams Cgil Piana di Gioia Tauro, che in una nota osserva come “quest’organizzazione Sindacale, denuncia lo stato di sfruttamento e le continue vessazioni che i lavoratori subiscono nel punto vendita Crai, del Centro Commerciale Le Palme, sito a Palmi. È ormai prassi diffusa, all’interno del punto vendita, adottare strumenti vessatori, da parte di chi gestisce il punto vendita, atti a ledere anche le libertà sindacali. Numerosi sono i ritardi nei pagamenti che i lavoratori stanno subendo, con la tredicesima mensilità 2010, la quattordicesima 2011 e la mensilità di agosto 2011, non ancora erogate e le numerose ore di straordinario eseguite dai lavoratori non retribuite agli stessi. Inoltre, i lavoratori non hanno mai ricevuto un orario di lavoro e sopportato anche prima del nostro intervento la mancanza del riposo settimanale durante i mesi estivi, che è utile al recupero psicofisico dei lavoratori. Inoltre riteniamo lesivo delle libertà sindacali, vessare i lavoratori perché iscritti o meno a un’O.S., con continue minacce di licenziamento e provvedimenti disciplinari intimati per futili motivi per mezzo lettera e prontamente giustificati dagli stessi lavoratori, ed eseguiti da parte dell’azienda, dopo le richieste avanzate da questa O.S. per conto dei lavoratori. Riteniamo inoltre, illegittimo il provvedimento di allontanamento verbale adottato dalla direzione del supermercato nei cofronti di un lavoratore, che chiedeva mediante lettera, lo svolgimento del regolare orario di lavoro, che per come il Ccnl del Commercio prevede, non deve superare le 40 ore settimanali, ne chiediamo quindi l’immediato reintegro sul posto di lavoro. Questi i motivi della proclamazione dello sciopero, che vedranno i sette dipendenti protestare davanti ai cancelli del centro commerciale per far sì che i propri diritti siano rispettati e non calpestati. Come Filcams Cgil della Piana, chiediamo il rispetto del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del Commercio e il rispetto della dignità dei lavoratori, per troppo tempo umiliata e denigrata, da chi pensa che con il ricatto della mancanza del lavoro nel nostro territorio, possa approffittarsene per sfruttare le situazioni a proprio vantaggio. Inoltre comunichiamo che se non avremo a breve risposte concrete, atte a migliorare le condizioni dei lavoratori, avvieremo le azioni legali, per il rispetto dei diritti negati”.