Il partito democratico non rappresenta l’alternativa di governo

Con il crepuscolo di Silvio Berlusconi, la parabola discendente di un uomo politico che nel bene e nel male ha segnato quasi venti anni di politica italiana, si avvia verso il declino anche la nuova repubblica del bipolarismo imperfetto e si aprono nuovi scenari. Il bipartitismo tentato e non riuscito dal Popolo delle Libertà, così come dal Partito Democratico, sta mettendo a nudo tutte le sue fragilità con partiti che non riescono ad andare rispettivamente oltre il 25%, di fatto al quarto dell’elettorato, lasciando spazio alla frammentazione politica e riproponendo schemi del passato. E così se da un lato crolla come una tigre di carta il Pdl, la stessa fine rischia il Pd in crisi dopo lo scandalo Penati in Lombardia, surriscaldato dalle frizioni dettate dai cosiddetti rottamatori ma anche da scelte che spaccano: cattolici o comunisti? Casini o Vendola e Di Pietro? Pierluigi Bersani subisce un decremento di popolarità che pare dipendere sia da una insoddisfazione, presente anche nell’elettorato del centrosinistra per l’operato dell’opposizione, sia, specialmente, dallo scandalo che ha investito Filippo Penati. In altre parole, la vicenda relativa al “sistema Sesto” ha avuto effetti notevoli sull’intera immagine del Pd. Colpisce il fatto che, secondo la maggioranza degli italiani, le accuse rivolte all’ex sindaco della cittadina indicano che “anche il Pd, come gli altri partiti, è coinvolto nell’affarismo in politica”. Solo poco più di un quarto ritiene invece che quanto ipotizzato dai magistrati costituisca “un caso isolato e non coinvolga il Pd, né mini l’immagine del partito”. Il fatto grave – e preoccupante per Bersani – è che le opinioni critiche sul Pd a seguito della vicenda Penati siano diffuse anche all’interno dell’elettorato del partito. Se, infatti, è del tutto comprensibile che l’80% dei votanti per la maggioranza ritenga che lo scandalo riguardi tutto il Pd, è significativo che professi questa opinione anche il 27% della base del partito di Bersani, il 51% di quella di Sel e addirittura il 57% di quella dell’Idv. Ciò mostra come l’opinione critica sia presente in una porzione ampia dei sostenitori dell’opposizione. Non a caso, più di un italiano su quattro non esita a confessare di avere provato un calo della fiducia nel Pd a seguito degli ultimi avvenimenti. Ancora una volta, questo atteggiamento è presente in poco meno della metà dei votanti per il centrodestra, ma anche nel 10% degli elettori dello stesso Partito democratico e in più del 20% tra quelli di Idv e Sel. Insomma, la sfiducia tocca sia il centrodestra, sia il centrosinistra. Nell’insieme questi dati mostrano come gli italiani siano sempre più disorientati e paiano non riuscire a trovare punti di riferimento saldi e affidabili – a parte, il capo dello Stato, Giorgio Napolitano – per affrontare la crisi nazionale e internazionale.