Le novità introdotte dalla riforma universitaria

Si è concluso il IX Convegno dei Direttori Amministrativi e Dirigenti delle Università Italiane dal titolo “La storia siamo noi…saremo noi?”, che ha visto i rappresentanti del mondo universitario italiano confrontarsi sulle novità introdotte dalla riforma universitaria. L’iniziativa, ha visto la partecipazione delle più importanti istituzioni legate al panorama accademico italiano, come il Consiglio Universitario Nazionale, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca, il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari e ha avuto, inoltre, il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Il convegno si è aperto giovedì sera con la presentazione del libro “Le Università del Mezzogiorno nella storia dell’Italia Unita. 1861 – 2011” di Alessandro Bianchi (già Ministro e Rettore). Venerdì 16 Enrico Periti, presidente Codau, ha inaugurato la sessione di studi con un intervento sul tema “Autonomia e management degli atenei dopo la riforma”. “Occorre dare inizio – ha detto Periti – a un nuovo periodo di progettualità condivise con la riformulazione delle competenze interne del mondo universitario, penalizzato dalla mancanza di risorse adeguate”. “Il convegno pone le basi per il miglioramento dell’organizzazione degli atenei – ha continuato Periti – al fine di assecondare il nuovo trend nato dalla riforma, puntando in particolare sulla la consapevolezza dell’infallibilità delle università in quanto centri di produzione e circolazione della conoscenza aperti a tutti e sulla riqualificazione delle competenze della nuova figura manageriale del direttore generale che si occuperà della gestione delle risorse umane ed economiche per raggiungere un equilibrio istituzionale”. Statuti, decreti, regolamentazione interna, nuclei di valutazione, bilancio e razionalizzazione delle risorse economiche, governo e gestione delle risorse umane sono stati al centro dell’esame di cinque gruppi di lavoro, che si sono impegnati ad approfondire i problemi e vagliare le soluzioni per il futuro. Enzo Siverio, vice presidente del Cun, ha messo l’accento sull’allontanamento dai problemi reali e dall’assenza di una interpretazione concreta del futuro. Stefano Fantoni, presidente dell’Anvur, ha puntato l’attenzione sul ruolo della valutazione, che dovrà individuare i punti di forza e di debolezza del sistema, in modo da rafforzare le specificità degli atenei italiani e renderli competitivi in Europa. Per Daniele Livon, Direttore generale del Miur, l’introduzione di nuove figure come quella del direttore deve essere accompagnata da un cambiamento di tutto il sistema, al fine di migliorare la gestione. L’obiettivo, ha detto, è quello di puntare a un rapporto dialettico e sistemico tra tutti gli “attori” del mondo universitario. “Questo convegno – ha concluso Giuseppe Cardile, Direttore amministrativo dell’Università di Messina e componente del Consiglio di amministrazione del Consorzio Universitario Megara Ibleo (Cumi) – ha offerto spunti di riflessione sulla nuova stagione dell’università italiana alla luce dell’attuazione della legge Gelmini, interrogandosi sui nuovi ruoli del direttore generale e del sistema universitario tutto, per far fronte alle mutazioni degli statuti e alla riorganizzazione delle facoltà in mega dipartimenti”.