Ferragosto, dietro le sbarre i detenuti protestano non alimentandosi

Il sistema carcerario in Italia è un’autentica emergenza nazionale. Per richiamare l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica su quanto avviene dietro le sbarre e le mura dei penitenziari, in oltre duemila hanno aderito allo sciopero della fame e della sete indetto dai radicali. Tra loro, tanti testimoni in prima persona: direttori penitenziari, agenti, educatori, psicologi, assistenti sociali, medici, infermieri, personale amministrativo, volontari, cappellani. Detenuti “ignoti” insieme a mogli, figli. Rappresentanti delle istituzioni e di quel mondo dell’associazionismo che cerca di dare una mano. Senza dimenticare tanti normali cittadini che continuano a credere nella Costituzione e nello Stato di diritto. Tra i primi promotori dell’iniziativa anche la vicepresidente del Senato Emma Bonino, la deputata radicale Rita Bernardini, Luigi Manconi presidente di A Buon Diritto, Ornella Favero presidente di Ristretti Orizzonti, Patrizio Gonnella presidente di Antigone, Eugenio Sarno Segretario della Uil Pa Penitenziari, Leo Beneduci Segretario Generale Osapp (Polizia Penitenziaria) Francesco Quinti responsabile nazionale comparto sicurezza Cgil-Fp, Sergio Stanzani presidente del Partito radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito, Mario Staderini segretario di radicali italiani, Sergio D’Elia segretario di Nessuno tocchi Caino, Riccardo Arena conduttore su Radio Radicale della rubrica Radio Carcere, Irene Testa segretaria Associazione radicale “Il Detenuto Ignoto”, Elisabetta Laganà presidente Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, Sandro Favi responsabile carceri Pd, Sandro Battisti, responsabile carceri Alleanza per l’Italia. Oggi è il giorno della visita di numerosi esponenti politici nelle carceri italiane. Ma basta?