Rimini, Vitali denuncia la prostituzione in strada

“Sono abituato a portare rispetto verso le decisioni dei giudici, sempre e comunque. E applicarle senza se e senza ma. Credo sia comunque lecito commentare le stesse decisioni, riflettendo sugli scenari fattuali che si possono potenzialmente determinare da queste. Francamente mi lascia perplesso il fatto che la giurisprudenza italiana continui a non attestare la pericolosità pubblica della prostituzione in strada. Al di là delle analisi e delle ricerche, tutte convergenti sul fatto che dietro la piaga del meretricio vi siano racket gestiti dalla criminalità organizzata nazionale e internazionale, è evidente- almeno a parer mio- che questa attività illecita provochi allarme sociale e porti con sé un oggettivo problema di ordine pubblico. Accade sulla costa riminese e in altre parti d’Italia: là dove è fiorente questo fenomeno, si assiste a un innalzamento pressoché automatico del degrado e dell’insicurezza diffusa. Non è solo questione di cattiva immagine o di malinteso senso del pudore o di raccolte di firme e proteste da parte di cittadini e interi quartieri; quello che a me personalmente non convince è che criminalità, sfruttamento della persona, allarme sociale, degrado umano e urbano, non riescano ancora a trovare un chiaro deterrente legislativo, in linea soprattutto con la mutazione del fenomeno che non ha più nulla della romantica ‘traviata’. Questo costringe Stato, forze di polizia, istituzioni, enti locali a cercare percorsi sanzionatori sperimentali, sul filo, proprio perché il contrasto materiale non è facile. Percorsi che, evidentemente, non tengono di fronte alla legge vigente. E siamo di nuovo daccapo. Cosa fare a questo punto? Ipotizziamo l’impossibile scenario di controlli su controlli di polizia, carabinieri, polizia municipale e magari di qualche ‘volontario’? Ci rassegniamo, considerando la presenza di prostitute un semplice ‘disturbo visivo’ per i bambini?”. Lo dichiara in una nota stampa il Presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali.