Milano, crolla la Borsa italiana ed è profondo rosso

Milano crolla. Ftse Mib nel primo pomeriggio ha toccato -3,13%, è tornato a recuperare dopo l’annuncio di Trichet sul ritorno ad aste di finanziamento a lungo termine, ma poi è scivolato di nuovo a -3,2,%, a 16.498 punti. Infine a pochi minuti dalla chiusura l’indice è stato sospeso, così come è accaduto anche a Parigi, Amsterdam, Lisbona e Bruxelles. Completamente in rosso il paniere di riferimento, dove non si registrano congelamenti di titoli, con Tenaris (-7,53%), Fiat Industrial (-5,75%) e Fiat (-6,19%) in fondo alla classifica e Generali (-0,24%) maglia rosa. Unicredit cede il 2,7% e Intesa Sanpaolo il 3,13%. Negativi gli indici europei. Anche gli altri indici europei primo dello stop recuperano lievemente terreno: Londra segna -2,03%, Francoforte -1,59%, Parigi -2,06% e Amsterdam -1,56%. Ribassi oltre il punto percentuale anche per Madrid (-1,21%) e Lisbona (-2,03%). Wall Street apre con il segno meno. Wall Street apre negativa: il Dow Jones Industrial segna -1,05% a 11.771 punti. “Anche per l’Italia, come gli altri Paesi dell’area euro, le riforme strutturali sono necessarie, e in particolare occorre anticipare i tempi del risanamento fiscale”. Lo ha detto il presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet, sottolineando che “tutti i Paesi stanno anticipando la situazione, è vero anche per l’Italia”, per la quale – ha aggiunto – “direi che le riforme strutturali sono molto, molto importanti”. Quando ”si osserva il tasso di crescita dell’Italia nel tempo, – ha detto ancora – si capisce che non corrisponde in nessun modo al potenziale di medio-lungo termine” e questo in un Paese ”dove le risorse umane sono cosi’ buone, lo spirito imprenditoriale così chiaro a livello di Pmi e dove si capisce subito che l’economia italiana è frenata da ostacoli strutturali”. Mettere rimedio a tutto questo ”è urgente per tutti, e anche per l’Italia, naturalmente”. Il presidente della Bce, nel corso del suo intervento ha sottolineato che, per quanto riguarda l’Europa, “l’incertezza è particolarmente alta” e la crescita economica dell’area euro è in “decelerazione”. I rischi, secondo Trichet, potrebbero anche aumentare per le tensioni sui mercati. Per questo, la Banca centrale europea ha deciso di immettere nuove liquidità di emergenza nel sistema: “Alla luce delle rinnovate tensioni dei mercati – ha detto – il Consiglio direttivo ha deciso di effettuare” nuove operazioni di rifinaziamento straordinarie a favore delle banche, in particolare erogando loro prestiti a 6 mesi di scadenza. Il presidente della Bce ha aggiunto che la Banca centrale europea inoltre monitorerà i rischi sui prezzi “molto da vicino”. Come molti analisti fanno notare questa è la formula usata spesso da Trichet per segnalare con un anticipo di due mesi un possibile rialzo dei tassi d’interesse. Oggi l’Eurotower li ha lasciati invariati all’1,50%. Spread Btp-Bund sopra 382 punti. Volatilità sul mercato dei titoli di Stato dopo l’asta di Madrid. Lo spread Btp-Bund decennali, che dopo l’intervento di Trichet, era tornato a 354, è salito di nuovo, a 388 punti (ieri a 393 punti il massimo storico). Meno marcato il movimento sui Bonos spagnoli: il differenziale con il Bund è a 386,4 punti e così il divario fra Italia e Spagna si riduce ad appena 4 punti, confermando la contiguità di Roma e Madrid nella percezione del rischio percepito dai mercati. Risale sui massimi lo spread degli Oat francesi contro il Bund a 80,2 punti. Nell’asta di oggi, Madrid ha dovuto offrire tassi più alti, tenuto conto che il rendimento del decennale aveva raggiunto nei giorni scorsi il 7%, un livello che nel caso di Grecia, Irlanda e Portogallo ha poi portato alla richiesta di salvataggio. In particolare, nel collocamento dei titoli con  scadenza a 3 anni, il rendimento medio è salito al 4,813% dal 4,291% della analoga asta di luglio e la domanda mostra un rallentamento con un rapporto bid-to-cover di 2,14 da 2,29 precedente. Ripiega dal record, infine, il premio di rischio degli Oat della Francia con oscillazioni a 77,4 punti. L’oro ha ritoccato il massimo storico a 1.681,94 dollari/oncia, proseguendo l’accelerazione vista sin dal primo pomeriggio in funzione all’aumento contestuale dell’avversione al rischio. Dietro la fiammata c’è la speculazione legata alla crisi dei conti pubblici in Europa che, dopo avere travolto prima la Grecia e poi l’Irlanda e il Portogallo, adesso sta prendendo di mira l’Italia e la Spagna. Ripercussioni sulle borse asiatiche della decisione del Giappone di intervenire sui mercati valutari per frenare la salita dello yen. Alla notizia, comunicata dal ministro delle Finanze, Yoshihiko Noda, immediate reazioni delle piazze asiatiche: salgono i valori del dollaro e dell’euro, mentre il Nikkei schizza in avanti (+1,26%) per poi frenare e chiudere a +0,23%. Dopo la mossa di Tokyo, si sono fermati gli aumenti dell’oro, a 1662 dollari l’oncia. Hanno pagato due piazze le cui economie, che guardano allo stesso modo all’export, potrebbero essere penalizzate da un rilancio delle vendite nipponiche all’estero: Taiwan e, soprattutto, Seul. La Borsa coreana ha concluso la seduta in perdita di oltre il 2% con lo scivolone di diversi gruppi incentrati sulle esportazioni. Chiusura in rialzo per le Borse cinesi, con il Composite di Shanghai a 2.684,04 punti (+0,21%) e il Component di Shenzhen a 11.934,41 punti (+0,10%). La mossa di Tokyo si è resa necessaria di fronte a movimenti unilaterali, per “contrastare oscillazioni speculative che hanno spinto a livelli eccessivi lo yen”, non lontani dai massimi storici sul biglietto verde di 76,25, segnati a marzo nei giorni successivi alla catastrofe del sisma/tsunami. Noda ha detto che l’iniziativa è stata “solitaria”, non di concerto con i partner del G7 come avvenuto il 18 marzo, rifiutandosi di commentare sia l’ipotesi di nuove possibili azioni sia l’entità delle risorse messe in campo, utilizzate per vendere yen e acquistare dollari.