Melicucco, omicidio Fossari barbaro pomeriggio di fuoco

Una missione di morte in piena regola. Il killer ha portato a termine il barbaro omicidio finendolo mentre era già a terra, a due passi dal cimitero, scaricandogli addosso una vera e propria tempesta di piombo: ben 13 i bossoli di pistola calibro 9×21, di cui uno rimasto inesploso, rinvenuti dalla polizia sul selciato. E’ morto così Franco Fossari, 43 anni, a Melicucco (RC) residente in via Grappa, sposato e padre di tre figli, commerciante di infissi insieme a due fratelli, già noto alle forze dell’ordine. Il 28 agosto l’uomo 2008 venne arrestato a Roccella Jonica, dai carabinieri di Gioia Tauro, all’interno di una palazzina di 3 piani. In quella occasione tre persone furono denunciate per aver favorito la sua irreperibilità, dovendo scontare una pena di 2 anni, 5 mesi e 28 giorni di reclusione per produzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Nel 1994 fu scoperto mentre coltivava una piantagione di sostanze stupefacenti. Tra il 1998 e il 1999, venne denunciato in stato di libertà per falso e truffa. Continua la scia di sangue di quest’estate nella Piana di Gioia Tauro, dove in appena un mese e mezzo si sono registrati cinque omicidi. L’ultimo martedì pomeriggio alle ore 14:00 mentre Franco Fossari, a bordo di un’Audi A1, di colore bianco, presa in noleggio la sera prima all’aeroporto di Lamezia Terme, dove era rientrato dopo un viaggio di lavoro, stava percorrendo via Maggiore Medico Romano, arteria che costeggia il cimitero di Melicucco e collega i limitrofi territori di Anoia e Melicucco. La vittima, poco distante dal luogo dell’omicidio, nel territorio di Anoia, gestiva, insieme a due suoi fratelli, un’attività commerciale dedita alla vendita di infissi. Sul posto sono intervenute le volanti e la squadra di polizia giudiziaria del Commissariato di Polizia di Polistena operanti agli ordini del dirigente, commissario capo Pierfranco Amati, che conduce le indagini, la polizia scientifica di Gioia Tauro, i carabinieri della stazione di Melicucco e del nucleo radiomobile di Gioia Tauro. Da una prima ricostruzione delle fasi dell’omicidio fatta dagli inquirenti, risulta che Franco Fossari, era da poco partito da casa, diretto all’aeroporto di Lamezia, dove, avrebbe dovuto riconsegnare l’Audi A1 presa in noleggio il giorno prima. Un fratello, era già partito prima di lui per andarlo a prendere a Lamezia. Su di un rettilineo, al termine della salita che costeggia un viale alberato e l’ingresso del cimitero di Melicucco, Franco Fossari ha incrociato qualcuno che conosceva, dal momento che, secondo la polizia, è sceso dall’auto, lasciandola con il motore acceso. Chi lo ha ucciso, in quel momento, era sul lato opposto della strada. Non si esclude che il killer fosse a bordo di una moto o addirittura a piedi, visto che sull’asfalto non sono stati ritrovati segni di pneumatici di auto. La vittima, per fermarsi e scendere dall’auto, doveva conoscere bene l’uomo, in quel momento armato di pistola, con cui potrebbe aver avuto un’accesa discussione sfociata in tragedia. La zona alquanto isolata e l’ora, un caldo pomeriggio di inizio agosto, non aiutano certamente le indagini della polizia. Accurati i rilievi della polizia scientifica di Gioia Tauro. Alle ore 15:40, è giunto Francesco Frettoni, sostituto procuratore a Palmi, che ha subito coordinato le indagini. Alle ore 16:00, il medico legale della Polizia di Stato Mario Matarazzo ha iniziato l’esame esterno del cadavere che un’ora dopo è stato trasferito presso la sala morgue dell’ospedale di Polistena, dove, sarà eseguito l’esame autoptico. I numerosi colpi di pistola di grosso calibro hanno centrato la vittima sul petto, al torace, ad un braccio, ad una gamba, mentre tre colpi, forse sparati mentre Fossari era già a terra, lo hanno raggiunto al volto. Dai primi risultati delle indagini, sarebbero stati uditi prima una serie di cinque colpi, poi si sarebbe inceppata l’arma, prima che venisse scaricato l’intero caricatore. Il lavoro investigativo degli agenti diretti dal commissario capo Amati, attraverso una serie di interrogatori, perquisizioni e posti di blocco, sta seguendo diverse piste, senza escludere nessuna ipotesi, scavando nella vita e nelle frequentazioni della vittima soprattutto negli ultimi anni.