Sui costi della politica si muove Giorgio Napolitano risparmiando 15 milioni

Non con appelli o moniti bipartisan, ma praticamente. Alla vigilia dell’approvazione dei bilanci interni di Camera e Senato, che prevedono nuovi tagli alle spese dei Palazzi per i prossimi tre anni, anche il Quirinale stringe la cinghia. A cominciare dal capo dello Stato che dà l’esempio comunicando al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che, da quest’anno e fino alla scadenza del suo mandato, rinuncerà all’adeguamento del suo stipendio all’indice dei prezzi al consumo, stabilito dalla legge 23 luglio 1985, n. 372. E non è tutto. L’amministrazione del Quirinale provvederà anche a restituire al Tesoro la somma complessiva di 15.048.000 nel triennio 2011-2013, nonchè di 562.737 euro nell’anno 2014. I risparmi sono effetto dell’attuazione dei decreti per l’applicazione del contributo di solidarietà sulle pensioni e per la riforma delle pensioni di anzianità. Le restituzioni si aggiungono ai risparmi realizzati nel periodo 2006-2011 – che ammontano complessivamente a 56.316.000 euro – per effetto dei provvedimenti di contenimento della spesa già adottati autonomamente nel medesimo periodo. Tali provvedimenti consistono nel blocco del turnover, nella soppressione del meccanismo di allineamento automatico delle retribuzioni a quelle del personale del Senato, nel congelamento fino al 2013 degli importi tabellari degli stipendi e delle pensioni, nella riduzione dei compensi per il personale comandato e distaccato e di numerose indennità, nel contenimento degli straordinari, nella riduzione delle ferie, nell’aumento dell’orario di lavoro e nella riorganizzazione amministrativa interna.